La riscossa del settore energetico in Borsa, avviatasi dopo l’uscita dai lockdown nella parte finale del 2021 e spinta dalla corsa di gas naturale e petrolio, è testimoniata dallo spazio che i titoli del comparto hanno guadagnato nell’indice S&P500. Il loro peso complessivo è passato dal 2% del primo trimestre 2020 al 5% di fine maggio scorso. Anche le performance restituite dai titoli offrono l’immagine di un ritorno di forza. Nei primi cinque mesi dell’anno il settore energia dell’S&P500 ha guadagnato il 60% di capitalizzazione. Il revival dell’energia, che appare lungi dall’esaurirsi, non deve trarre in inganno secondo Gabe Solomon, portfolio manager US Large-Cap Value Equity Strategy di T.Rowe Price. Infatti, sottolinea il gestore, non tutte le società energetiche sono uguali.
Gas e petrolio su binari divergenti
A determinare il rally del settore energetico sono stati il petrolio e il gas naturale, mentre hanno sofferto le energie rinnovabili. La richiesta elevata durante la ripartenza economica non ha trovato una contestuale risposta nell’offerta e ciò ha determinato la creazione di un divario, ampliato poi dalle interruzioni nella catena di forniture e dalla guerra tra Russia e Ucraina. Tuttavia, avverte Solomon, da ora in avanti le prospettive di gas naturale e petrolio potrebbero divergere e con loro quelle delle società che operano in diversi rami del settore energetico.
“Guardando alla situazione attuale – spiega il gestore di T.Rowe Price – ci aspettiamo che i prezzi del petrolio scendano dai livelli attuali e che il prezzo del gas naturale rimanga strutturalmente più alto. Riteniamo che il primo stia subendo disruption secolari e di lunga durata a causa del conflitto tra Ucraina e Russia, mentre il secondo rimarrà probabilmente influenzato da fattori di domanda e offerta a breve termine, in un contesto di continui aumenti di produttività”.
L’opportunità nelle società del gas naturale USA
Effettuare una selezione sulla base dei prezzi futuri dell’energia non è tuttavia sufficiente. Solomon sottolinea la difficoltà di prevedere con precisione l’andamento dei prezzi e i loro punti di svolta. Per questa ragione, nel fondo US Large-Cap Value Equity Strategy da lui gestito, le preferenze di investimento ricadono su opportunità in cui il potenziale di sovraperformance non dipenda dai prezzi delle materie prime.
“Una gestione rigorosa, un’oculata allocazione del capitale e un bilancio solido sono alcuni degli elementi aggiuntivi che potrebbero contribuire al buon andamento della società – spiega il gestore che poi prosegue citando Conoco Philips come esempio di gestione efficace: “L’azienda è prudente nelle sue previsioni e mantiene un basso livello di leva finanziaria, quindi può essere opportunista per quanto riguarda le acquisizioni e l’impiego di capitale più in generale. A nostro avviso ha effettuato acquisizioni tempestive sia nel 2020, con l’acquisto di Concho Resources, che nel 2021 con l’acquisizione delle attività di Shell nel Permiano”.
L’impatto dei prezzi energetici sui portafogli
Altre opportunità di investimento potrebbero essere trovate, secondo il gestore, in alcune società statunitensi con importanti attività nel gas naturale liquefatto, che potrebbero beneficiare di una crescita significativa in futuro grazie al previsto aumento della domanda di gas naturale, o in alcune società statunitensi con un’esposizione operativa al gas naturale, in quanto hanno beneficiato di costi di input più bassi rispetto ai loro concorrenti europei, in virtù del costo più basso della fornitura di gas naturale negli Stati Uniti.
Nelle prime due posizioni detenute dal fondo gestito da Solomon (al 30 giugno 2022), ci sono proprio due società legate al settore dell’energia: Southern Company, holding che controlla attività nel settore utility gas ed elettricità e Total Energies big internazionale dell’oil & gas. Insieme hanno un peso del 6,5% circa nel portafoglio del fondo. Nel complesso, in conseguenza dello scenario descritto da Solomon, il portafoglio del fondo US Large-Cap Value Equity Strategy ha ridotto il sovrappeso sul settore energetico mantenendo una maggiore esposizione al gas naturale rispetto al greggio rispetto al benchmark Russell 1000 value di riferimento.