I sovranisti non sfondano, le Borse ringraziano - Borsa&Finanza

I sovranisti non sfondano, le Borse ringraziano

Un sospiro di sollievo durato un’intera seduta, quella di inizio settimana per le borse europee. Che hanno accolto positivamente i risultati elettorali, con i sovranisti ridimensionati in linea generale, pur sostenuti dagli exploit di Lega in Italia, Marine Le Pen in Francia e Nigel Farage nel Regno Unito. Tutti i principali indici chiudono positivi in una giornata sostanzialmente non troppo ricca di scambi, complici i pochi dati macroeconomici e la festività di Londra e Wall Street.

Fa eccezione Piazza Affari, la migliore in avvio, grazie all’annuncio della proposta di fusione di Fca con Renault, secondo l’a.d. Mike Manley senza previsione di chiusura di alcuno stabilimento. Nel pomeriggio però l’indice milanese ha invertito la tendenza passando in territorio negativo e chiudendo sotto la parità, per i timori di una possibile multa in arrivo dalla Commissione Europea, per non aver rispettato i parametri europei per il bilancio, come riportato da Bloomberg.

Un rumor che non ha fatto bene nemmeno allo spread, tornato a crescere fino a quota 280 punti base.

Nessuna variazione significativa per l’Euro / Dollaro, che scambia sui valori della vigilia per poi chiudere la sessione europea leggermente sotto 1,12.
Sostanzialmente stabile l‘oro, che continua la sessione sui livelli della vigilia a quota 1.285,5 dollari l’oncia.
Sessione debole anche per il petrolio, che scambia con un calo dello 0,02% sui 59 dollari al barile: pesano ancora i dati relativi all’aumento delle scorte oltre le attese della settimana scorsa.

EQUITY

Dax a 12.071  punti (+0,5%)
Francoforte avvia la seduta con un incremento dello 0,8% a seguito di un risultato alle urne che vede ridursi il consenso del Cdu e un exploit dei Verdi, forti anche in Francia. L’indice permane in uno stato di lateralità compresa tra gli 11.200 e i 12.180 punti e chiude con mezzo punto percentuale di guadagni

Ftse Mib a 20.363 punti (-0,06%)
Milano ha brindato alla proposta di nozze che Fca ha rivolto a Renault, una fusione al 50% che potrebbe trasformare i due gruppi nella terza potenza mondiale dell’automotive. L’indice però si è indebolito nel corso della mattinata, per poi passare in rosso dopo la breaking news di Bloomberg, secondo cui oltre alla lettera già preannunciata della Commissione Europea, che vuole vederci chiaro sui conti italiani, sarebbe in arrivo anche una multa per aver sforato i parametri di bilancio. “Forse l’Europa dovrebbe prendere atto che ieri i popoli hanno votato  in modo chiaro ed evidente per un’Ue nuova, contro l’austerità, la precarietà e la disoccupazione, per rivedere parametri vecchi” è stato il commento di Matteo Salvini. Sul listino prevale ancora l’impulso ribassista del 17 maggio scorso, per un trend, quello del mese di maggio, che resta negativo dopo la lateralità del mese precedente, e il massimo da agosto 2018 toccato a 22.052 punti del 17 aprile.

Cac a 40 a 5.346 punti (+0,37%)
Guadagni modesti per Parigi, unica piazza con un dato macroeconomico significativo: le persone in cerca di lavoro sono 3,372 milioni a maggio, diecimila in meno circa rispetto al dato di aprile.  Sul fronte delle elezioni, il partito di Marine Le Pen è stato il più votato, e la leader francese non ha perso tempo, chiedendo sin da subito al presidente Macron di sciogliere il Parlamento entro la settimana.

Ibex a 9.216 (+0,46%)
Come in Olanda e in Grecia, anche in Spagna l’ultradestra non ha sfondato: Ultra Vox poco sopra il 6%, consenso che riesce ugualmente a regalare al partito estremista il primo pass per l’Eurocamera. La speranza iberica continua a chiamarsi Pedro Sanchez, il premier socialista che aveva già trionfato alle elezioni politiche di un mese fa: oltre dieci punti di vantaggio sui popolari, ormai in crisi.

 

VALUTE
E’ stato il mercato valutario in realtà a dare la prima risposta al voto: non solo la moneta unica non ha perso terreno nei confronti del dollaro, ma è riuscita a restare aggrappata a ridosso della soglia dell’1,12 dollari, ulteriore segnale che i mercati hanno deciso di premiare la frenata dei partiti euroscettici, nonostante una crescita netta. Da segnalare negli Stati Uniti la pubblicazione di domani alle 16 della fiducia dei consumatori nelle attività economiche, che potrebbe rilanciare il biglietto verde.

E anche nei confronti della Sterlina, l’Euro ha chiuso le contrattazioni nel vecchio continente recuperando qualcosa dopo un avvio forte della moneta inglese. Se da  una parte il Brexit Party di Nigel Farage, sostenitore di un’uscita senza accordi con Bruxelles, è stato il più votato, dall’altra c’è da aggiungere che il 40% degli elettori hanno votato partiti contro la Brexit, da qui la dichiarazione di Jerome Corbyn, capo dell’opposizione (i laburisti) che ha rilanciato l’idea di un nuovo referendum, la stessa di Theresa May (il cui partito conservatore è crollato sotto il 10%) che ha portato poi alle sue dimissioni come premier.

Euro/Dollaro 1,119 (-0,12%) . Euro/Sterlina a 0,8825 (+0,15%). Euro/Franco a 1.123 (+0,11%).

COMMODITY
Petrolio in leggero rialzo per la seconda seduta consecutiva, dopo i guadagni, seppur minimi, di venerdì, in coda a una settimana caratterizzata dal crollo dei prezzi sulle tensioni tra Usa e Cina e il dato inatteso dell’aumento delle scorte di greggio.  Wti con scadenza a luglio a 59,24 dollari al barile.

Quotazioni dell’oro stabile, alla chiusura dei mercati europei il prezzo è di 1.285 dollari l’oncia (+0,03%).

Terza seduta positiva per il rame, sostenuto dall’impulso rialzista del 23 maggio scorso e al terzo giorno consecutivo di guadagni, dopo aver toccato i minimi (2.647 dollari a libbra) da gennaio. Anche sul metallo rosso pesano le tensioni sino-americane e in generale il clima di incertezza sull’economia globale che resta debole. Da segnalare il calo della produzione di oltre il 40% nei prossimi due anni della miniera di Chuquicamata, in Cile (fonte: Reuters), chiaro segnale delle difficoltà che l’azienda mineraria sta affrontando dopo il calo dei prezzi.

TASSI D’INTERESSE
Il rialzo con cui lo spread apre la settimana riporta le preoccupazioni sui conti dell’Italia, che torna a essere percepita come “cattiva pagante”: differenziale a 278 punti base dopo un massimo di giornata a quota 283, con il tasso del decennale italiano che sale al 2,64 dopo il 2,58% di inizio seduta.

 

 

 

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Redazione

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