Petrolio: prezzi scendono sotto livelli pre-guerra, ecco perché - Borsa&Finanza

Petrolio: prezzi scendono sotto livelli pre-guerra, ecco perché

Petrolio: prezzi scendono sotto livelli pre-guerra, ecco perché

I prezzi del petrolio hanno fatto un’incursione sotto i livelli conosciuti prima dello scoppio della guerra Russia-Ucraina, confermando la frenata del rally della materia prima. Durante l’ultima giornata di contrattazione, il Brent è arrivato fino a 94,50 dollari al barile, al di sotto dei 96,84 dollari del 23 febbraio, giorno antecedente l’invasione russa. Il WTI è invece scivolato fino a 90,56 dollari, più in basso rispetto ai 92,10 dollari prima del conflitto. Sembrano lontani i tempi in cui il greggio aveva superato i 130 dollari, all’apice della crisi tra la Russia e l’Occidente, culminata nell’applicazione di pesantissime sanzioni.

La situazione generale rimane sempre molto critica, perché nel frattempo Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Europea hanno imposto l’embargo alle importazioni di petrolio russo. Le prime due nazioni in maniera totale, mentre l’Europa solo per le forniture via mare, mantenendo salve quelle che fluiscono tramite gli oleodotti. Tuttavia, il rally delle materie prime in questo momento sembra aver esaurito la benzina. Infatti non è solo l’oro nero ad aver arrestato la sua corsa, ma anche altri beni come rame, ferro e grano hanno ridotto le quotazioni di oltre il 30% dai picchi di questa primavera.

 

Petrolio: ecco perché stanno scendendo i prezzi

A guidare i cali del petrolio in questo momento è la paura di una recessione che arresti la domanda. La Cina, che è il principale consumatore mondiale di greggio, oggi ha reso nota la crescita trimestrale del PIL ad appena dello 0,4%, la seconda più bassa degli ultimi 30 anni. Su questa rilevazione, molto ha inciso il blocco delle attività nei mesi scorsi per effetto del Covid-19. Quindi, con la riapertura, probabilmente la richiesta di greggio dovrebbe lentamente tornare ai livelli normali. Tuttavia la situazione epidemica non è risolta a Pechino e non si esclude nei prossimi mesi una strategia di stop and go per mantenere l’obiettivo di Covid free voluto dal Governo.

Il pericolo di una recessione è estremamente vivo negli Stati Uniti a causa della politica ultra-aggressiva da parte della Federal Reserve per cercare di abbattere l’inflazione arrivata al 9,1%, ma soprattutto in Europa, travolta letteralmente dalla crisi energetica. Oggi Il Presidente USA Joe Biden si recherà a Riyadh dal principe ereditario Mohammed Bin Salman dell’Arabia Saudita, per concordare una maggiore fornitura di greggio da parte del Paese arabo all’Europa, in modo da ridurre la dipendenza di quest’ultima da Mosca. La mission è molto difficile perché il peso massimo dell’OPEC ha una capacità inutilizzata di appena di 1 milione di barili giornalieri e per ora non è disposto a sprecare tale buffer. Se però Biden riuscisse a convincere Riyadh ad aumentare almeno in parte l’output  le quotazioni del petrolio potrebbero essere spinte più in basso.

Un altro passo importante potrebbe essere quello di riuscire a stabilire un price cap al prezzo che può stabilire la Russia per le aziende che acquistano dal Paese guidato da Vladimir Putin. Il G7 sta esplorando le modalità attraverso cui mettere in campo questa mossa e quando farla partire. Ciò però dovrebbe richiedere una cooperazione globale e Paesi come Cina e India difficilmente saranno disposti a partecipare.

Questi argomenti comunque servono per mantenere una certa pressione nei confronti della materia prima, impedendo che la tendenza rialzista sia estremamente pronunciata. Paul Hornsell, responsabile della ricerca sulle materie prime presso Standard Chartered, ha affermato che il rally forse ha esaurito il carburante di argomenti plausibili e dati concreti a sostegno.

 

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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