Recessione? I consigli di Capital Group per affrontarla - Borsa&Finanza

Recessione? I consigli di Capital Group per affrontarla

Recessione, i consigli dell'outlook di Capital Group

Il mondo è cambiato, o forse è tornato indietro ai primi anni sessanta. Per Matteo Astolfi, managing director di Capital Group, lo scenario attuale ha molti punti in comune con quel passato: la Guerra Fredda, i tassi di interesse che toccano i minimi, l’inflazione. E poi ci sono da aggiungere i timori di recessione. Per chi investe un puzzle difficile da mettere insieme. Eppure ci sono motivi per essere positivi, a cominciare dal fatto che i fondamentali stanno tornando a guidare i mercati.

“Rimaniamo ottimisti sul contesto di investimento – ha spiegato Astolfi durante la presentazione dell’outlook del secondo semestre -. In primo luogo perché ci sono ancora segnali di crescita grazie alla ripresa dell’economia globale dopo la pandemia. In secondo luogo, riteniamo che gli utili societari saranno la forza trainante dei mercati azionari in futuro, al contrario dell’espansione dei multipli, un gradito ritorno ai fondamentali. In terzo luogo, crediamo che nel prossimo anno o due si verificherà una sana recessione. Non si può avere un periodo di crescita sostenuto senza un’occasionale flessione per bilanciare la situazione”.

 

Come investire in questa fase?

La “speranza” in una salutare recessione di Astolfi non è detto tuttavia che si avveri. Per il direttore degli investimenti di Capital Group Flavio Carpenzano

i rischi stanno chiaramente aumentando. Ma molto dipenderà dai mercati del lavoro e della decisione della Fed di ridurre aggressivamente le pressioni inflazionistiche. La fase finale del ciclo non predice necessariamente una recessione, ma ci conferma la scarsa capacità dell’economia di recuperare terreno dopo uno shock. Riteniamo sia il momento giusto per orientarsi verso portafogli adatti a qualsiasi condizione, costruiti per sopportare un’ampia gamma di rischi”.

 

Il ritorno del reddito fisso

Uno degli effetti dell’impennata dell’inflazione e della conseguente reazione delle banche centrali è l’aumento dei rendimenti delle obbligazioni rispetto ai livelli minimi degli ultimi anni. Per Flavio Carpenzano:

“Considerando i rendimenti odierni la storia ci induce a prevedere un aumento del rendimento globale nei prossimi anni. Il rendimento totale di un’obbligazione dipende dalle variazioni di prezzo e dall’interesse e quest’ultimo sta aumentando. Gli investitori potrebbero beneficiare del possesso di obbligazioni nelle diverse asset class del reddito fisso, compreso l’alto rendimento. Storicamente la performance annua dell’high yield Usa è compresa tra il 6% e l’8%. Siamo di nuovo a un livello di rendimenti iniziali in cui è possibile raggiungere questa performance in un orizzonte di investimento pluriennale. Ci sono inoltre opportunità nel debito dei mercati emergenti, un segmento di mercato che è stato particolarmente volatile. Diversi paesi hanno alzato i tassi prima della FED e sono ora in situazione finanziaria positiva”.

Maggiore attenzione andrà posta nell’investimento in obbligazioni corporate:

“L’attuale contesto macroeconomico è ancora fortemente volatile e giustifica un approccio generale prudente e leggermente difensivo”.

 

Dell’azionario non si potrà comunque fare a meno

In un portafoglio equilibrato continuerà ad avere un ruolo fondamentale l’azionario. I mercati equity sono scesi con forza dall’inizio dell’anno. La salita rapida dei prezzi al consumo, i colli di bottiglia e le interruzioni nelle catene di fornitura globali, l’invasione russa dell’Ucraina e il rialzo dei tassi di interesse hanno generato ribassi intorno al 20% per tutti i principali indici dall’inizio dell’anno.

La notizia positiva, per il direttore investimenti Martyn Hole, è che il mercato ha già prezzato buona parte dei futuri rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Dunque potremmo essere di fronte almeno a una stabilizzazione dopo la repentina discesa. E i mercati potrebbe iniziare a guardare avanti, ossia alle manovre che le banche centrali metteranno in atto per sostenere la crescita dopo aver combattuto l’inflazione.

Inoltre, ha spiegato Hole

“negli ultimi otto periodi di rialzi dei tassi di interesse dal 1977 l’indice delle azioni globali Msci Acwi ha realizzato un rendimento annualizzato medio del 12,1%”.

Questa non sta accadendo oggi, ma il movimento dell’inflazione e dei tassi è stato molto veloce. Non ha dato al mercato il tempo di “aggiustarsi”.

 

Dividendi contro l’inflazione

Per  Hole ricorrere ai dividendi societari per contrastare la salita dei prezzi è un’ottima idea.

“Nei dodici mesi conclusi il 31 maggio 2022 le aziende globali hanno versato 1.900 miliardi di dollari di dividendi (Indice Msci All Country World), con un incremento del 20% rispetto ai dodici mesi precedenti. In un contesto inflazionistico e a crescita ridotta, intendiamo puntare sulle aziende con livelli di debito gestibili e dividendi sostenibili. Ci sono molte aziende, in diversi settori, che stanno incrementando i dividendi del 10% l’anno. Abbiamo individuato aziende che versano dividendi in crescita nei settori finanziario, dell’energia, dei materiali e in quello sanitario, tra gli altri”.

 

Società minerarie sottovalutate

Un altro spunto di investimento sono le società minerarie, secondo Hole non adeguatamente valutate:

“Se consideriamo la capitalizzazione di mercato delle prime cinque società minerarie mondiali, nel complesso è di poco superiore a quella di Meta Platform, casa made di Facebook. E questo a fronte di prezzi delle materie prime che sono saliti alle stelle. Ora queste aziende minerarie stanno tornando sotto i riflettori”.

In particolare Hole ha citato i produttori di materiali di base come ferro, rame e nickel, ma anche di acciaio.

 

Pipeline sanitaria promettente negli Usa

Prima i riflettori del Covid, poi il dimenticatoio, o quasi. Ma il tema della salute, in un mondo occidentale dove l’età media è molto alta, non ha perso di importanza.

“Le società del settore sanitario Usa presentano valutazioni interessanti rispetto al resto del mercato azionario e alla loro media storica. Alcuni leader di mercato sono particolarmente interessanti considerando le prospettive di crescita delle loro pipeline. A livello globale, i produttori di farmaci e dispositivi medici e i fornitori di servizi stanno trasformando la sanità. Le potenzialità della medicina personalizzata sono evidenti. La scoperta di nuovi farmaci sta attraversando un’epoca d’oro. I pionieri dell’oncologia Bristol Myers, Squibb, Merck e Roche stanno sviluppando farmaci anticorpo coniugati volti a combattere diversi tumori”.

 

La tecnologia non è tutta uguale

L’inflazione e il rialzo dei tassi hanno appesantito le performance dei titoli tecnologi, tra i peggiori da inizio anno, anche perché molto avevano corso in precedenza. Secondo gli analisti di Capital Group, tuttavia, non mancano produttori di software caratterizzati da una buona gestione in segmenti in rapida crescita e con prospettive favorevoli, come quello del cloud.

“Quando Amazon Web Services è stato introdotto alcuni anni fa, si trattava di un segmento di business decisamente nuovo, oggi non è più una novità ma siamo ancora nelle fasi iniziali di questa transizione. Microsoft non è stata la prima ad aprire questo mercato ma sta crescendo più rapidamente di AWS e Google Cloud”.

 

AUTORE

Alessandro Piu

Alessandro Piu

Giornalista, scrive di economia, finanza e risparmio dal 2004. Laureato in economia, ha lavorato dapprima per il sito Spystocks.com, poi per i portali del gruppo Brown Editore (finanza.com; finanzaonline.com; borse.it e wallstreetitalia.com). È stato caporedattore del mensile Wall Street Italia, dal giugno 2022 è entrato a far parte della redazione di Borsa&Finanza.

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