Transizione energetica: una tempesta perfetta per i fondi sostenibili - Borsa&Finanza

Transizione energetica: una tempesta perfetta per i fondi sostenibili

Transizione energetica: una tempesta perfetta per i fondi sostenibili

Ormai è innegabile che la transizione energetica abbia subito una battuta d’arresto causata dalle crescenti spaccature a livello geopolitico. Prima su tutte la guerra Russia-Ucraina, che sta obbligando soprattutto le istituzioni europee a fronteggiare una crisi energetica con pochi precedenti e alimentando la già galoppante inflazione. Quest’ultima infatti, nell’ultima rilevazione annua Eurostat, si è attestata nell’area euro all’8,6% a giugno rispetto all’8,1% di maggio. Un anno prima, il tasso d’inflazione era all’1,9 per cento. Nell’Unione Europea l’indice dei prezzi al consumo si è attestato al 9,6% rispetto all’8,8% di maggio. Un anno prima, il tasso era del 2,2 per cento.

La componente energetica ha pesato sull’inflazione in misura maggiore rispetto alle altre. A giugno il contributo al tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro venuto dall’energia è stato di +4,19 punti percentuali, seguita da generi alimentari, alcol e tabacco con +1,88, servizi con +1,42 e beni industriali non energetici con +1,15). 

 

Transizione energetica: gli ostacoli

Il rincaro del costo delle materie prime energetiche, e in particolare del gas naturale in conseguenza del conflitto tra Russia e Ucraina, e la riduzione delle forniture russe ha fatto che che la più inquinante tra le fonti di energia, il carbone, sia tornata a essere utilizzata anche da Paesi che vi avevano rinunciato, rallentando in questo modo la transizione energetica. Lo shock nell’offerta di energia e materie prime in tutto il mondo è stato aggravato ulteriormente dai nuovi lockdown in Cina, che hanno stravolto le filiere produttive.

Ma non ci sono solo ostacoli esterni al perseguimento della transizione energetica Ad oggi nell’Unione Europea uno dei maggiori ostacoli all’espansione della capacità rinnovabile è costituito dai lunghi tempi di autorizzazione. Il RePowerEU raccomanda agli Stati membri di ridurre queste tempistiche a meno di un anno rispetto a quelle attuali, che vanno da quattro anni per il solare fino a nove anni per l’eolico. Le industrie pesanti, come quelle del cemento e dell’acciaio, sono forti consumatrici di gas e grandi produttrici di emissioni di carbonio, ma sono anche difficili da elettrificare.

Il rialzo dell’inflazione e dei rendimenti obbligazionari nel trimestre ha creato una tempesta perfetta per i fondi sostenibili. Infatti, le rilevanti necessità di finanziamenti per lo sviluppo della filiera dell’energia sostenibile incontrano ora l’ulteriore ostacolo del rialzo dei tassi di interesse. Inoltre l’attenzione dei responsabili politici è in gran parte rivolta al reperimento delle risorse e delle riserve energetiche necessarie a coprire il periodo invernale, con l’Europa soprattutto esposta alla minaccia di un blocco delle forniture di gas naturale dalla Russia. 

 

Transizione energetica: via obbligata

L’emergenza attuale non può far però dimenticare un’altra emergenza, quella climatica, che in questo luglio arroventato e privo di precipitazioni in molta parte dell’Europa sta dando un assaggio di quella che potrebbe essere la normalità dei prossimi anni. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) il mondo ha una finestra temporale sempre più stretta per adattarsi al cambiamento climatico; se non agisce quanto prima, rischia di diventare invivibile. Il gruppo ritiene che l’abbattimento delle emissioni debba restare la priorità assoluta, con l’attuazione e il rispetto di obiettivi ambiziosi sulle emissioni di gas serra per il 2030.

Per questo, secondo Pauline Grange, gestore del fondo Columbia Threadneedle (Lux) Sustainable Outcomes Global Equities di Columbia Threadneedle Investments, l’UE tornerà il prima possibile a premere il piede sull’acceleratore della transizione energetica, sia per affrontare la questione clima, sia per perseguire l’indipendenza dai fornitori esterni come la Russia, entro il 2030. 

Per portare fino al 45% entro il 2030 la percentuale di energie rinnovabili sulla produzione energetica complessiva dell’Europa, occorrerà quadruplicare l’impiego della capacità annua solare e triplicare quella eolica rispetto all’obiettivo iniziale di Fit for 55, che si prefiggeva di raddoppiare l’impiego esistente. Si stima infatti che, a partire dal 2026, l’Europa potrebbe raggiungere il picco della capacità rinnovabile di oltre 150 gigawatt all’anno rispetto agli attuali 30 GW annui.

 

I due temi cruciali per Columbia Threadneedle: idrogeno verde e agricoltura sostenibile

Di fronte a questo quadro allarmante, Columbia Threadneedle Investments ritiene non solo che l’abbattimento delle emissioni debba restare la priorità assoluta, coinvolgendo sia le istituzioni pubbliche che quelle private, ma anche che debba essere accelerata:

 

Siamo convinti che le attuali sfide ambientali, sociali ed economiche a livello mondiale non facciano altro che rafforzare i temi sostenibili presenti all’interno delle nostre strategie di investimento. – spiega Grange -. Nell’ambito della strategia Threadneedle Sustainable Outcomes Global Equities, l’agricoltura sostenibile, ad esempio costituisce un tema di investimento cruciale, con posizioni in Deere e Trimble, due società impegnate nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative per l’agricoltura di precisione”.

L’agricoltura di precisione, basata su soluzioni digitali, permette di migliorare la resa dei raccolti e ridurre l’utilizzo di acqua, fertilizzanti e pesticidi, di automatizzare alcune attività supplendo alla carenza di manodopera e infine, grazie ai dati rilevati dai satelliti ed elaborati dall’Intelligenza artificiale, di comprendere meglio i mutevoli modelli meteorologici a livello mondiale

L’idrogeno verde è invece la strada già scelta dall’Europa per decarbonizzare i settori dove l’elettrificazione è più difficile, che sono poi gli stessi che utilizzano più gas naturale ed emettono la maggiore quantità di inquinanti, come la produzione di cemento e acciaio. Peraltro, con l’impennata dei prezzi del gas naturale, la relativa economicità dell’idrogeno verde (prodotto da energie rinnovabili) rispetto a quello grigio (prodotto usando il gas naturale) appare sempre più interessante. 

“Ci aspettiamo che questi investimenti forniscano un impulso forte e duraturo alla crescita degli attori europei impegnati nello sviluppo delle rinnovabili su larga scala” conclude Grange.

 

 

 

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