USD/JPY sopra 150: autorità giapponesi pronte a intervenire - Borsa&Finanza

USD/JPY sopra 150: autorità giapponesi pronte a intervenire

USD/JPY sfonda quota 150, le autorità giapponesi pronte a intervenire

Torna a farsi sentire la pressione sul cambio USD/JPY dopo la salita, ieri, sopra quota 150. Nelle ultime 24 ore la valuta giapponese si è svalutata di circa un punto percentuale nei confronti del dollaro, a seguito del rilascio dei dati sull’inflazione USA che hanno alimentato le preoccupazioni per un allungamento delle tempistiche nel primo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Da inizio 2024 il cambio USD/JPY è salito di oltre il 6%, con lo yen che è risultata la valuta perdente tra quelle del G10. Gli investitori scontano la mancanza di una svolta restrittiva della Bank of Japan nella sua politica monetaria.

 

USD/JPY: il Giappone pronto intervenire

La soglia di 150 yen per dollaro è considerata cruciale dalle autorità governative giapponesi, che potrebbero decidere un intervento diretto sui mercati valutari al fine di sostenere la moneta nazionale. Nel 2022 il governo è sceso in campo per due volte con una potenza di fuoco di 9.000 miliardi di yen (60 miliardi di dollari): la prima a settembre allorché l’USD/JPY aveva oltrepassato quota 145; la seconda il mese dopo proprio in occasione della violazione di quota 150. Cosa bisogna aspettarsi ora?

Il viceministro delle Finanze per gli Affari internazionali Masato Kanda, ha affermato che sebbene alcuni dei recenti movimenti siano in linea con i fondamentali, altri “sono chiaramente speculativi e non desiderabili”. Questo rafforza la possibilità di discesa in campo del governo sulla falsariga di quanto accaduto circa un anno e mezzo fa. “Le autorità sono pronte a rispondere 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno”, ha aggiunto Kanda.

L’avvertimento verbale del governo è il più forte degli ultimi mesi e potrebbe essere davvero il preludio a una presa di posizione concreta. Tuttavia il mercato aspetta l’azione pratica e non solo teorica. “Sebbene le autorità abbiano usato un tono piuttosto forte, il mercato ha visto una reazione relativamente moderata, il che suggerisce che solo un’azione reale sarà in grado di fermare il movimento di debolezza dello yen”, ha detto Keiichi Iguchi, senior strategist di Resona Holdings Inc. Ma quando interverranno veramente le autorità? “Dato che gli avvertimenti verbali sono stati dati quando lo yen è sceso oltre 150, l’azione reale potrebbe essere messa in atto quando e se lo yen si indebolirà oltre 152 per dollaro“, ha aggiunto Iguchi.

 

Cosa può fare la Bank of Japan?

La caduta dello yen conferma la strada obbligata dell’inasprimento monetario per la BoJ. Dai verbali delle riunioni del Consiglio direttivo si evince che l’intenzione dei funzionari è quello di aumentare i tassi di interesse per la prima volta dal 2007. Il passo probabilmente verrà compiuto ad aprile, anche perché il governatore Kazuo Ueda non trova opposizione all’interno dell’istituto monetario verso una scelta che ormai è diventata inevitabile.

Tuttavia, la scorsa settimana il vicegovernatore Shuichi Uchida ha gettato acqua sul fuoco, affermando che sarà difficile un aumento del tasso di riferimento in modo continuo e rapido. Inoltre, ha aggiunto che anche dopo che la BoJ avrà terminato la sua politica di tassi negativi “le condizioni finanziarie rimarranno accomodanti”. Questo ha instillato nei mercati la convinzione che alla fine la Banca centrale del Sol Levante sarà così rigida nel tentativo di rafforzare lo yen,  anche perché, secondo gli economisti, l’autorità monetaria non vorrebbe dare l’impressione di calibrare la sua politica sui movimenti del mercato valutario.

Takeshi Minami, capo economista del Norinchukin Research Institute, fissa vagamente “entro la fine dell’anno” il periodo in cui la tendenza valutaria potrà cambiare direzione, per cui “è improbabile che la BoJ si affretti ad abbandonare il tasso negativo solo a causa dello yen”, ha detto. Non è d’accordo Yuichi Kodama, capo economista del Meiji Yasuda Research Institute, secondo cui “lo yen è diventato un fattore più importante per la fine dei tassi negativi”. Per questa ragione, “non escludo la possibilità di un recupero a marzo, anche se il mio scenario di base rimane aprile, a patto che lo yen rimanga intorno a questo livello” ha dichiarato.

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Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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