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Yen: per UBS crescerà del 10% entro i prossimi due mesi, ecco perché

Yen: per UBS crescerà del 10% entro i prossimi due mesi, ecco perché

Lo yen giapponese potrebbe rivalutarsi del 10% entro i prossimi due mesi, secondo UBS. La banca svizzera ritiene che il cambiamento della politica monetaria da parte della Bank of Japan, che non sarà più ultra-accomodante come in passato, darà maggiore forza alla valuta nipponica. “È un po’ un gioco di attesa, ma in realtà pensiamo che sia al più tardi a giugno o luglio, non la prossima settimana”, ha affermato Adrian Zuercher, responsabile dell’asset allocation globale dell’istituto finanziario con sede a Zurigo. UBS stima che il cambio USD/JPY scenderà a 120 entro la fine dell’anno, dai 134 attuali. “Anche se la BOJ non fa nulla, non ci farà male. Una volta che inizia a muoversi, può farlo rapidamente”, ha affermato Zuercher.

 

Yen: ecco perché la BoJ sarà all’inizio più cauta

L’arrivo del nuovo governatore Kazuo Ueda alla Banca centrale giapponese in sostituzione di Haruhiko Kuroda ha alimentato le scommesse tra gli economisti che la BoJ restringa la sua politica monetaria, aumentando i tassi d’interesse. Questo farebbe aumentare il rendimento dello yen rispetto alle altre valute, ancor più che gli altri istituti centrali sono a ridosso del picco per quanto riguarda il rialzo del costo del denaro. Tutto questo porta molti investitori giapponesi a tornare in patria sfruttando ora ritorni sul capitale più attraenti, dopo in questi anni avevano trovato rifugio all’estero alla ricerca di alti rendimenti,

Il primo passo da parte di Ueda potrebbe essere quello di aumentare la banda di oscillazione dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni, quattro mesi dopo che la BoJ aveva raddoppiato il limite allo 0,5%. L’attesa della riunione del 27-28 aprile quindi si fa rovente, perché già da subito si potrebbe vedere quale sarà l’approccio del nuovo governatore. Tuttavia, secondo la gran parte degli economisti difficilmente Ueda scioglierà da subito la politica monetaria largamente espansiva portata avanti per anni dal suo predecessore. Come mostra un sondaggio su effettuato da Reuters, dove il 90% degli economisti intervistati opta per uno status quo nel primo incontro.

Del resto, da quando ha preso il comando della BoJ a inizio aprile, Ueda ha rassicurato sul fatto che non ci sarà un cambiamento repentino in merito alla modifica o alla fine della politica di controllo della curva dei rendimenti (YCC). Ciò in ragione del fatto che la crisi bancaria proveniente dall’Occidente e l’economia globale in rallentamento alimentano le preoccupazioni per la stabilità finanziaria del Giappone.

“Ueda ha detto che ‘YCC era appropriato’ nella sua conferenza stampa inaugurale del 10 aprile, quindi abbiamo spostato la nostra proiezione in merito al cambiamento di politica a giugno”, ha dichiarato Hiroshi Watanabe, economista senior di Sony Financial Group. A suo giudizio, il calo dei rendimenti in USA e Giappone dopo le turbolenze finanziarie ha fatto venir meno la necessità di modificare YCC.
Secondo Mari Iwashita, capo economista di mercato di Daiwa Securities, vi sarebbe anche il fattore delle elezioni nazionali in estate che potrebbero impedire alla BoJ di effettuare mosse drastiche sulla politica monetaria.

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Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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