L’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, tornerà presto in mani private. Tra i soggetti concretamente interessati all’acquisizione dell’azienda (in toto, non per singoli asset) spicca Baku Steel Company, importante gruppo siderurgico di Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Il produttore azero di acciaio ha presentato una manifestazione d’interesse al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e sfida ufficialmente i canadesi di Stelco di proprietà della statunitense Cleveland-Cliffs e gli indiani di Vulcan Steel che fa capo a Naveen Jindal, il chairman di Jindal Steel & Power (JSP).
Cosa fa Baku Steel Company
Fondata nel 2001 a Baku, la città che ospita la COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, BSC è il primo moderno stabilimento siderurgico del Caucaso. L’azienda produce billette e blumi da colata continua, tubi e ferri di armatura per costruzioni in acciaio al carbonio e acciaio legato, laminati standard e sagomati come canali, angolari, travi a I, vergelle e getti. L’impresa azera esporta in 20 Paesi, in particolare verso Medio Oriente, Europa, Africa, Nord e Sud America, ha una capacità produttiva annuale di 800mila tonnellate e realizza in media 400mila tonnellate di barre e tondini.
Membro permanente della World Steel Association, Baku Steel Company è a tutti gli effetti il più grande produttore di acciaio del Caucaso: l’impianto utilizza tecnologia all’avanguardia di fusione e di colata continua ed è in costante aggiornamento sul mercato. I prodotti realizzati sono sfruttati soprattutto nell’edilizia, nel petrolifero e nel settore del gas, oltre che per uso generale. Nonostante l’Azerbaigian sia uno dei principali fornitori di petrolio greggio e gas e la sua economia sia basata sui combustibili fossili, BSC è attiva per ridurre l’impatto climatico dell’industria siderurgica (l’acciaio è uno dei materiali a più alta impronta carbonica al mondo), collabora ai piani dell’esecutivo per puntare su eolico, solare e idroelettrico e sostiene programmi internazionali di sviluppo sostenibile.
L’offerta di Baku Steel Company per l’ex Ilva di Taranto è ambiziosa: sfavorita dai pronostici della vigilia quando manca poco alla chiusura del secondo step della gara, l’azienda azera vuole sbarcare nel cuore del mercato europeo forte di una storia imprenditoriale che ha lasciato il segno nel panorama industriale locale. La filosofia aziendale che ha fatto di BSC un’eccellenza nel settore dell’acciaio mette al centro l’artigianalità e la cura per i dettagli. La sede del polo azero è a Darnagul, nel distretto di Narimanov. Baku Steel è anche rientrata nell’accordo di cooperazione bilaterale economica e di investimento tra Azerbaigian e Tagikistan.
Nell’ambito del forum commerciale tra i due Paesi, è stato firmato un memorandum d’intesa tra l’acciaieria e il Centro di progettazione per le nuove tecnologie industriali del Ministero dell’industria tagiko. Inoltre, dall’inizio del 2022, BSC ha cambiato la sua forma di gestione ed è diventata una JSC (joint-stock company), una società per azioni. Attualmente è uno dei maggiori contribuenti nel settore non petrolifero in Azerbaigian. Non a caso fanno parte dell’ecosistema BSC anche l’impianto di laminazione tubi Azerboru, Khazar Pipe per i tubi rinforzati con spirale e Baku Oxygen per la produzione di azoto e di ossigeno in forma liquida.
Chi c’è dietro BSC
Il management di BSC è guidato dal direttore generale Kamal Ibrahimov, laureato in Economia e gestione della produzione all’Università statale di Economia dell’Azerbaigian (una delle più grandi istituzioni educative della Transcaucasia) e un passato professionale da ispettore fiscale statale, capo del Dipartimento di regolamentazione e controllo delle transazioni di titoli e Presidente del Consiglio di amministrazione della compagnia assicurativa Standard Insurance e della banca Bank Standard.
Oggi Baku Steel Company conta oltre duemila dipendenti. Ad affiancare Ibrahimov sono i due vice direttori aggiunti Polad Hummatov e Sultan Askarov, il direttore di produzione Jalal Oven, il direttore di area AzFerAl Anar Hajizadeh, il direttore commerciale Vusal Ruzmanov, la direttrice dello staff Sheila Hajiyeva e l’HSE manager Nurlan Gaffarov. L’azienda caucasica è molto legata al governo centrale di Baku guidato dal presidente Ilham Aliyev, il figlio e successore del precedente presidente Heydar Aliyev, il grande leader che ha dominato la vita politica azera dal 1993 al 2003 e inaugurato proprio lo stabilimento di BSC nel 2001.
BSC sta contribuendo attivamente alla ricostruzione del Karabakh, la regione del Caucaso contesa con lo stato di popolazione armena dell’Artsakh e riconquistata il 19 settembre 2023 con il lancio di un’offensiva militare su larga scala. Abitato storicamente sia da armeni che da azeri, il Nagorno-Karabakh è riconosciuto internazionalmente come parte dell’Azerbaigian, ma dalla fine dell’Unione Sovietica è al centro di feroci scontri. Tra le gru che faticosamente stanno ricostruendo le città ex novo, tra mine sepolte nelle campagne e villaggi fantasma da cui sono fuggiti gli armeni, ci sono proprio quelle di Baku Steel Company.