Questo venerdì andrà in scena la riunione della Bank of Japan (BoJ), che deciderà sulla politica monetaria in Giappone. Il mercato non si aspetta grosse novità, con l’istituto centrale che sembra orientato a perseverare un accomodamento monetario che dura da sette anni e che ha portato il paese a rivedere finalmente la crescita dei prezzi dopo decenni di deflazione.
Quando ad aprile vi è stato il passaggio di consegne al vertice della BoJ tra Haruhiko Kuroda e Kazuo Ueda, molti pensavano a un’imminente inversione nella politica monetaria. Le stesse persone hanno dovuto ricredersi dopo le prime dichiarazioni del nuovo capo della Banca centrale giapponese. Non solo non vi è stato alcun cambio di rotta, ma addirittura Ueda ha lasciato intendere che i tassi negativi e l’acquisto di obbligazioni sarebbero rimasti probabilmente per tutto il 2023 e parte del 2024.
Discorso diverso vale sul controllo della curva dei rendimenti dei titoli di Stato, con l’autorità monetaria che è già intervenuta una volta a dicembre aumentando da 0,25% a 0,50% la banda superiore di oscillazione dei bond a 10 anni. Su questo aspetto vi è probabilmente maggiore margine di manovra.
BoJ: per alcune banche modificherà la curva dei rendimenti
Questo mese Bloomberg ha condotto un sondaggio tra 50 economisti e ben 42 si sono pronunciati a favore di un nulla di fatto nella riunione di questa settimana della BoJ. Alcune banche però non sono d’accordo e pronosticano qualche sorpresa. Ecco quali sono.
Masamichi Adachi, economista di UBS, ha affermato che l’autorità monetaria modificherà la politica di controllo della curva dei rendimenti: “La maggioranza delle persone potrebbe aver interpretato male il messaggio recente di Ueda in cui il banchiere centrale ha segnalato pazienza nel raggiungere un’inflazione del 2%”. L’esperto ritiene che, in caso di mutamento della politica monetaria, ci potrebbe essere un’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi, un balzo dello yen e un crollo delle azioni nipponiche che finora hanno sovraperformato i peer di altre nazioni. Adachi ha anche detto che la Banca centrale potrebbe sostenere che l’inflazione si è rafforzata, sebbene le sue prospettive siano estremamente caute. Per questo potrebbe modificare la curva dei rendimenti e mantenere alcune misure di allentamento come i tassi di interesse negativi, almeno fino a quando non sarà sicura di raggiungere l’obiettivo dei prezzi al 2% in maniera sostenibile.
Anche Mark Dowding, chief investment officer di BlueBay Asset Management, è convinto che la BoJ questa settimana alzerà la fascia superiore della sua politica di controllo della curva dei rendimenti tra 0,75 e 1 punto percentuale. “Ueda ha minimizzato le voci sul cambiamento di politica perché non vuole che gli speculatori ne traggano profitto” ha detto l’economista che a dicembre aveva indovinato la variazione sul controllo della curva dei rendimenti. “Se la BoJ cambiasse la sua posizione, lo yen salirebbe ad almeno 135 per dollaro” ha aggiunto.
Takeshi Yamaguchi, capo economista giapponese di Morgan Stanley MUFG, ha avvertito di “un’uscita disordinata” se la BoJ ritarderà la modifica della sua politica di controllo della curva dei rendimenti. In quel caso “il mercato inizierà a prendere in considerazione l’inizio di un ciclo di rialzi dei tassi d’interesse” ha affermato.