Ogni salvezza è come uno scudetto vinto per l’Empoli di Fabrizio Corsi, il presidente alla guida del club toscano dalla stagione 1990-1991. Un’eternità nel mondo del calcio italiano. La formula trovata dall’imprenditore dai mille affari è semplice: struttura societaria snella ma efficace, cura maniacale del settore giovanile, ambiente familiare, nessun colpo ad effetto, scelta variegata di tecnici tra professionisti di lungo corso e visionari sconosciuti. Ma chi è davvero l’uomo che riesce a mantenere una cittadina di appena 48.000 abitanti, neanche capoluogo, nel gotha del calcio?
Chi è Fabrizio Corsi e da dove viene il suo patrimonio
Come Giampaolo Pozzo dell’Udinese e Antonio Percassi dell’Atalanta, Fabrizio Corsi è uno dei dirigenti simbolo del calcio italiano di provincia. Senza avere alle spalle importanti gruppi industriali come Monza e Sassuolo, il suo Empoli tiene i conti in ordine e raramente chiude il bilancio con una perdita d’esercizio. Il patrimonio del presidente arriva dall’attività di famiglia, attiva nel settore tessile manifatturiero. C.G.Studio ha sede nella cittadina toscana, dove è un nome di punta nell’industria della pelle e dell’alta moda.
Ereditata dai genitori Ruffo e Marisa, l’azienda collabora con marchi prestigiosi come Armani, Fratelli Rossetti, Dolce & Gabbana, Marina Rinaldi, Ermanno Scervino e Loro Piana. Partito dallo studio del mercato e della clientela, Corsi è diventato amministratore riuscendo a dedicarsi da professionista al calcio, sua seconda grande passione da sempre. Empoli Football Club S.p.A. ottiene la maggior parte dei suoi ricavi dai diritti televisivi; sono minori quelli dalla gestione commerciale e dallo stadio. Ora al fianco di Fabrizio c’è la figlia Rebecca, che ricopre la carica di vice presidente e amministratore delegato.
Il supporto di Sammontana e Computer Gross
Corsi ha più volte detto no ad offerte straniere. Anche quando il presidente ha cercato “qualcuno in grado di dare qualcosa più di me” alla società, le più grandi aziende della città, Sammontana e Computer Gross, non hanno voluto rilevare il club azzurro. Oggi sia il distributore informatico che la storica realtà dei gelati all’italiana sono partner commerciali dell’Empoli.
Accanto alla aziende di Bagnoli e Castellacci, figurano altri partner importanti come Saint-Gobain, il leader mondiale nella produzione e distribuzione di materiali per l’edilizia sostenibile e il comfort abitativo, il marchio sportivo Kappa di proprietà del Gruppo BasicNet (facente capo a BasicNet S.p.A., quotata alla Borsa Italiana dal 1999) e il Gruppo Pediatrica di Alessandro Centi, realtà nutraceutica toscana che opera nel mercato del benessere per l’infanzia.
Da quanto tempo gravita nel calcio
Classe 1960, Corsi è nel calcio da sempre: da bambino il padre Ruffo lo porta ogni domenica allo stadio a vedere le partire degli azzurri dei vari Ferrario, Ballotta e Rizzato. All’inizio degli anni Novanta, l’Empoli è precipitato nell’inferno della C. L’allora patron Pietro Allegri rassegna le dimissioni e il consiglio d’amministrazione, sotto la regia di Silvano Bini, vuole alla presidenza un empolese doc. Corsi, dal 1985 nell’organigramma della società insieme al fratello Giacomo, è la scelta inevitabile.
Nel luglio 1991, a neanche 31 anni, Corsi diventa ufficialmente presidente del club: è uno dei più giovani nella storia della Serie A. Comincia così un’avventura fatta di fedeli collaboratori, allenatori all’avanguardia e giovani di prospettiva, inseguendo sempre l’idea di un calcio spettacolare ed offensivo.
Quanto ha investito nell’Empoli
Dal 1991 Corsi guida l’Empoli, che secondo il Corriere della Sera gli dà uno stipendio di oltre 200.000 euro. Gli azzurri non sono un club da spese folli: i tre acquisti più costosi durante la sua presidenza sono quelli di Antonino La Gumina dal Palermo, Guglielmo Vicario dal Cagliari e Leonardo Mancuso dalla Juventus, pagati rispettivamente 9, 8,5 e 4,5 milioni di euro.
Capitolo diverso per le cessioni: plusvalenze record sono quelle di Ismaël Bennacer al Milan, Hamed Junior Traorè al Sassuolo e Mattia Viti al Nizza. D’altronde l’arma dell’Empoli è il player trading: acquisto di calciatori giovani o pesca di ragazzi provenienti dal settore giovanile, valorizzazione al servizio della squadra, vendita con massima plusvalenza nel momento esatto in cui il giocatore raggiunge la sua massima valutazione.
Tenere i bilanci sempre a posto non è semplice per una squadra di provincia senza le risorse di personale ed economiche dei grandi club, alle prese con l’iscrizione alla Serie A e le stringenti norme di controllo imposte dalla FIGC. L’Empoli ha un fatturato annuo di circa 25 milioni di euro e conta una trentina di dipendenti, esclusi i giocatori.
Il prossimo passo sarà l’attesa riqualificazione dello stadio. L’amministrazione comunale pubblicherà presto il bando di gara per l’alienazione del Castellani. La società studia da tempo un progetto sul modello Udinese, senza la pista d’atletica e da accoppiare ad un rinnovo del centro sportivo di Monteboro dove si allena la prima squadra. Nei piani, elaborati con la consulenza esterna dell’ex ministro dello Sport Luca Lotti, la ristrutturazione dovrebbe costare sui 60 milioni di euro.
I risultati sportivi nel corso della sua presidenza
La presidenza Corsi parte malissimo. Dal 1991 al 1994 l’Empoli galleggia in C1 e rischia la retrocessione in C2. L’arrivo di Luciano Spalletti in panchina ribalta tutto: con il tecnico di Certaldo comincia la cavalcata che porta la squadra dalla C alla A. Con Corsi non mancano stagioni complicate, con montagne russe tra la A e la B e momenti storici come l’annata 2006-2007, quando la formazione toscana, guidata da Gigi Cagni, strappa il settimo posto in classifica con 54 punti e conquista una memorabile qualificazione alla Coppa Uefa.
La formula Empoli è ormai collaudata: saliscendi tra le due categorie, caccia a talenti in rampa di lancio che iniziano al Castellani e diventano importanti con una maglia diversa da quella azzurra. La lista è lunga: da Francesco Guidolin a Spalletti, da Silvio Baldini a Maurizio Sarri e Alessio Dionisi. Per non parlare di Montella, Di Natale, Tavano, Zieliński, Mario Rui e Di Lorenzo o di direttori sportivi come Marcello Carli e Pietro Accardi.
Dopo la promozione in A del 2020-2021, l’Empoli ottiene la salvezza per due stagioni di fila, chiudendo al 14° posto in classifica. Equilibrio, normalità e professionalità sono i segreti dell’Empoli targato Corsi. Lo testimonia Transfermarkt: la rosa della squadra ha un’età media di 25 anni (la più bassa del massimo campionato insieme a Torino e Lecce) e un valore di mercato di 112,20 milioni di euro, con i gioielli Vicario, Baldanzi e Parisi che fanno gola a club blasonati come Tottenham, Roma, Milan e Juventus.