Fed: per Goldman Sachs aumenterà 4 volte i tassi nel 2022

Fed: per Goldman Sachs aumenterà 4 volte i tassi nel 2022

Fed: per Goldman Sachs aumenterà 4 volte i tassi nel 2022
Gli osservatori di mercato sono in ansia quest’anno per vedere come si comporterà la Fed sul versante dei tassi d’interesse. Il cambiamento di prospettiva nella sua politica monetaria statunitense ha provocato un moto di inquietudine nei mercati, che ora si muovono con molta più incertezza rispetto a qualche mese fa. A pagare il prezzo più salato sono soprattutto i titoli tecnologici, che temono gli ormai scontati aumenti dei rendimenti. Ma è un pò tutto il contesto a soffrirne, non potendo più contare sull’appoggio prezioso della Banca Centrale americana che dall’inizio della pandemia ha sostenuto le quotazioni.
L’unica grande incertezza che potrebbe impedire alla Fed un’ulteriore stretta monetaria forse deriva dall’andamento dei contagi con la nuova variante Omicron del Covid-19, la quale rischia di frenare ancora una volta la ripresa economica con altre chiusure. In verità, su questo fronte gli investitori non sembrano troppo preoccupati, dopo le rassicurazioni in merito alla pericolosità del ceppo. A maggior ragione se si pensa che, una volta superata la stagione invernale, la contagiosità tenderà a scemare e se il sistema economico regge adesso ancor più lo farà tra qualche mese.

Fed: perché per Goldman Sachs alzerà 4 volte i tassi

I tassi d’interesse quindi aumenteranno, su questo ci sono pochi dubbi. Addirittura Goldman Sachs stima che saranno 4 i ritocchi quest’anno, uno per ogni trimestre a partire da marzo. Le precedenti previsioni della banca d’affari statunitense davano invece solo 3 aumenti. L’istituto bancario sottolinea come l’inflazione si manterrà molto al di sopra del target della Banca Centrale USA, di conseguenza il deflusso monetario non potrà più sostituire l’incremento trimestrale dei tassi.
A rafforzare questa idea sono anche i dati che arrivano dal mercato del lavoro, dove negli Stati Uniti si sta tornando alla piena occupazione. Per il numero uno della Fed, Jerome Powell, la forza lavoro nel Paese è un parametro fondamentale per decidere quanto dovrà essere allentata la politica monetaria. A più riprese il Governatore infatti aveva ripetuto che non ci sarebbe stato alcun aumento fin quando non si fossero recuperati molti dei milioni di posti di lavoro persi durante lo shock pandemico. Oggi la situazione sembra essersi almeno in parte ristabilita e, con il pericolo molto reale di surriscaldamento dell’economia, è molto difficile che non si proceda a più aumenti del tasso ufficiale di sconto.
Il verbale dell’ultima riunione di dicembre ha segnalato che la normalizzazione della politica monetaria arriverà a un ritmo più rapido rispetto al passato con “la tempistica della riduzione del bilancio di 8.800 miliardi di dollari più vicina a quella del decollo dei tassi ufficiali”. Goldman Sachs puntualizza che anche con 4 aumenti dei tassi, il percorso è leggermente al di sopra dei prezzi di mercato per il 2022, ma il divario si allarga in maniera significativa negli anni successivi. Le previsioni per il tasso terminale rimangono invariate a 2,5%-2,75%.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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