Pmi, crolla il manifatturiero dell'Eurozona a settembre
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PMI, CROLLA LA MANIFATTURA DELL’EUROZONA A SETTEMBRE

pmi manifatturiero

Pmi manifatturiero dell’area Euro sui minimi da ottobre 2012

Le condizioni del comparto manifatturiero dell’Eurozona peggiorano drasticamente a settembre. Dati inconfutabili quelli elaborati da Markit Group attraverso il Purchasing Managers Index (Pmi), l’indice dei responsabili degli acquisti di servizi che misura il livello di attività dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero che, dai 47 punti di agosto è diminuito a 45,7, raggiungendo così il livello più basso da ottobre 2012.

Gli ultimi dati, pubblicati nel giorno che inaugura il terzo trimestre dell’anno, hanno mostrato per l’ottavo mese consecutivo, un Pmi che ha registrato un valore al di sotto della soglia di 50 punti che demarca la contrazione dall’espansione.

Detto in altre parole, l’indice che tiene conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne, che ci indica lo stato di salute del settore manifatturiero e la crescita della produzione in Eurolandia, non vede i 50 punti da ormai otto mensilità. Il dato odierno sarebbe però in aumento rispetto al precedente 45,6 punti mentre la previsione anch’essa fotografata a 45,6.

 

Reazione del mercato

Generalmente, dati superiori al previsto vengono interpretati come positivi/rialzisti per l’Euro, mentre valori inferiori alle attese sono interpretati in senso negativo o ribassista per la moneta unica. Dall’uscita del dato, pubblicato questa mattina alle 10, l’Euro Dollaro si è mosso da quota 1,0885 a 1,0904, massimo intraday, prima di ritracciare a 1,0893 a un’ora dall’apertura di Wall Street.   


Grafico Euro Dollaro 30 minuti by TradingView

A rilasciare il Pmi manifatturiero di settembre anche Germania che ha raggiunto i 41,7 punti dai 41,4 della stima flash, portandosi sul minimo da 123 mesi, la Francia il cui PMI si è attestato a 50,1 punti dai 50,3 della stima preliminare, sul minimo da 2 mesi, mentre la Spagna ha toccato i 47,7 punti, minimo da 77 mesi. Allargando quindi lo sguardo, tutte le nazioni, ad eccezione di Grecia e Paesi Bassi, hanno osservato una riduzione dei nuovi ordini, con la Germania che ha registrato una notevole diminuzione, la maggiore da aprile 2009. Vediamo dunque nel dettaglio.

Italia: manifatturiero sui minimi da sei mesi

Partendo dall’Italia, il Pmi nazionale si è portato a 47,8 punti dai 48,7 di agosto scendendo al tasso più veloce in sei mesi con la forte riduzione dei nuovi ordini che ha causato l’ennesimo calo della produzione, il quattordicesimo consecutivo e il più ampio da aprile.

Crolla allo stesso tempo l’ottimismo al valore più basso in nove mesi in particolare a causa delle preoccupazioni riguardo al settore automobilistico.

Per Amritpal Virdee, economist di Ihs Markit che elabora il report per l’Italia, ‘il settore manifatturiero in Italia a settembre non mostra segnali di superamento della crisi, con la contrazione degli ordini che si estende al quattordicesimo mese consecutivo e ad un tasso piu’ veloce rispetto ad agosto”. Ed aggiunge: “Cosi’ come stanno le cose, gli ultimi dati Pmi suggeriscono che, zoppicando verso l’ultimo trimestre dell’anno, e sulla traiettoria in cui si trova attualmente, l’economia manifatturiera potrebbe finire a livelli inferiori di quelli mostrati quando era entrata in crisi all’inizio del 2018”.

Germania: manifatturiero ai minimi dal 2009

Il settore manifatturiero tedesco ha registrato, a settembre, la sua peggior performance dalla profonda crisi finanziaria globale nel 2005. La lettura finale dell’indice Pmi di Ihs Markit e Bme ha mostrato la flessione dell’indice a 41,7 a settembre da 43,5 di agosto. Si tratta della lettura piu’ bassa da giugno 2009.

Regno Unito: manifatturiero in ripresa dai minimi del 2013

Prosegue la contrazione nel settore manifatturiero anche della Gran Bretagna a settembre con livelli di produzione e nuovi ordini diminuiti ma in decelerazione rispetto al mese precedente. Cosi’ la lettura dell’indice Ihs Markit/Cips, pur restando sotto il valore di 50, mostra un miglioramento a 48,3 a settembre da 47,4 di agosto, quando aveva toccato i minimi da sei anni e mezzo.

Giappone: manifatturiero ai minimi da sette mesi

Fuori dall’Eurozona, anche il Giappone ha rilasciato i dati del Pmi manifatturiero alla fine del terzo trimestre attraverso il Jibun Bank Japan Manufacturing Purchasing ‘Managers’ Index, sceso a 48,9 a settembre dai 49,3 di agosto, registrando il livello più basso da febbraio. L’indicatore si conferma così ulteriormente al di sotto della soglia critica dei 50 punti. Sotto pressione il settore quindi con le imprese che hanno tagliato la produzione a causa della persistente debolezza della domanda anche a causa degli attriti commerciali globali. Un calo più marcato della produzione è stato accompagnato da una riduzione più rapida dei nuovi ordini e delle attività di acquisto, mentre sono state ridotte anche le scorte.

“Il Giappone continua a soffrire del rallentamento della crescita globale guidato dal commercio – ha dichiarato Joe Hayes, economista di IHS Markit. Mentre i nuovi prodotti vengono lanciati, in particolare nel settore tecnologico e dei beni strumentali, fornendo qualche lieve motivo di ottimismo, la preoccupazione per gli ulteriori attriti commerciali sta sostenendo un approccio cauto”. “La capacità del settore dei servizi di resistere all’aumento dell’imposta sulle vendite nel quarto trimestre sarà cruciale per mantenere a galla l’economia alla fine dell’anno”, conclude l’esperto.

Usa, attesa per l’indice Ism

Nel pomeriggio sarà la volta degli Stati Uniti con l’indice Ism Manifatturiero atteso in miglioramento a 51 dai 50,3 del mese precedente.

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