BCE: ecco cosa aspettarsi dal meeting di oggi - Borsa&Finanza

BCE: ecco cosa aspettarsi dal meeting di oggi

BCE: ecco cosa aspettarsi dal meeting di oggi

Sale la febbre per il meeting della BCE che tra poco svelerà le sue decisioni di politica monetaria. Da molti questa viene considerata la più importante riunione degli ultimi tempi, perché farà capire in che modo l’istituto monetario intenderà affrontare la delicatissima situazione in cui si trova l’Europa di fronte alla guerra Russia-Ucraina, in rapporto soprattutto alla crisi energetica.

Il mercato si aspetta delucidazioni su cosa l’Eurotower dia maggiore importanza in questo momento, tra l’inflazione che ha raggiunto il 5,8% e non mostra alcun segno di cedimento e il pericolo molto concreto di una recessione nell’Eurozona. In verità le 2 cose non sono affatto scollegate e anzi si fanno sempre più consistenti le minacce di una stagflazione che potrebbe affossare l’economia dei 27 Paesi dell’Unione. La posizione di Christine Lagarde è molto scomoda e una mossa sbagliata potrebbe rivelarsi fatale.

 

BCE: il grande dilemma tra inflazione e recessione

La misura più immediata che il Consiglio Direttivo potrebbe adottare riguarda l’acquisto dei titoli pubblici e privati a tasso zero. Prima dello scoppio della guerra Russia-Ucraina, la Banca Centrale Europea era diventata più aggressiva di fronte al dilagare del carovita alimentato da una crisi energetica che faceva riaffiorare lo spettro degli anni ’70. Da quando Putin ha invaso l’Ucraina vi è stato un brusco dietrofront di Francoforte e ora sembra che l’uscita dalle misure di stimolo straordinarie di migliaia di miliardi venga rinviata.

Molto importante sarà anche vedere cosa dirà Lagarde sul fronte tassi d’interesse. A più riprese l’ex-FMI aveva predicato cautela su tale versante, proprio per paura che un’aggressività eccessiva potesse innescare una recessione. Alcuni importanti membri del Consiglio Direttivo come Mario Centeno, Governatore della Banca di Portogallo, avevano espresso però considerazioni favorevoli a una normalizzazione della politica monetaria, facendo prefigurare un rincaro del costo del denaro almeno di 25 punti base entro la fine dell’anno.

Sembrerebbe improbabile che i tassi vengano toccati per quest’anno a giudicare da quello che stiamo vivendo in questi giorni, ma i mercati monetari stanno scontando un adeguamento di un quarto di punto a dicembre. Questa settimana il capo economista della BCE, Philip Lane, ha affermato che l’istituto centrale è pronto a qualsiasi azione per garantire la stabilità dei prezzi e quella finanziaria, ricorrendo eventualmente anche a nuovi strumenti politici per raggiungere l’obiettivo.

 

BCE: le attese degli analisti

Gli analisti nel complesso vertono verso una certa cautela che alla fine sarà adottata dalla BCE in questo meeting, rimanendo sicuramente concordi nel considerare tale incontro uno dei più complessi degli ultimi anni. Filippo Diodovich, Senior Market Strategy di IG Italia, ritiene che nel primo incontro in tempo di guerra l’Eurotower non possa permettersi un cambio di politica monetaria, con il rischio di compromettere la stabilità finanziaria senza conoscere gli effetti negativi del conflitto Russia-Ucraina. A suo giudizio, nel dilemma tra stabilità finanziaria e pressioni inflazionistiche, Lagarde alla fine opterà per la prima opzione, mantenendo un ampio spazio per intervenire successivamente. La normalizzazione della politica economica sarà molto lunga e la divergenza rispetto ad altre Banche centrali come la Fed e la BoE determinerà un deprezzamento dell’euro, sostiene l’esperto.

Di parere contrario Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings, che afferma come la politica fiscale si stia adoperando per mitigare lo shock inflazionistico e quindi la BCE non abbia motivo di allontanarsi dal processo di normalizzazione della propria politica monetaria iniziato a dicembre. Questo significherebbe un apprezzamento dell’euro che attenua l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia importata. L’esperto crede anche che il PEPP potrebbe essere sospeso il mese prossimo come nelle previsioni e potrebbe anche essere annunciato un programma per la fine del quantitative easing. Quanto ai tassi, Broyer si aspetta che un rialzo non avvenga prima di dicembre, compatibilmente con lo sviluppo della guerra Russia-Ucraina in corso.

Peter Goves, Fixed-Income Research Analyst, MFS Investment Management, concorda sul fatto che Lagarde annunci la fine del PEPP a marzo, ma per il resto la Governatrice vorrà aspettare e vedere l’evoluzione degli eventi sul fronte bellico, valutando anche come l’inflazione andrà a impattare sulle prospettive di crescita. Quindi ritiene improbabile l’eliminazione graduale del programma APP prima del previsto.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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