BoE: per Mark Carney aumento tassi è colpa della Brexit

BoE: per Mark Carney aumento tassi è colpa della Brexit

BoE: per l'ex Governatore Mark Carney l'aumento dei tassi è colpa della Brexit

La BoE ha alzato i tassi d’interesse di 0,75 punti percentuali nell’ultima riunione ufficiale, attuando il più grande aumento del costo del denaro dal 1989. In questo modo, l’istituto guidato da Andrew Bailey si è allineato alle maxi-strette della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea. Questo inoltre è l’ottavo rialzo consecutivo della Banca Centrale britannica, nel tentativo affannoso di contrastare un’inflazione che viaggia oltre il 10% e che secondo alcuni analisti come quelli di Citigroup potrebbe arrivare fino al 18% nel 2023.

L’inclinazione che ha dato la Bank of England durante la riunione, tuttavia, non è restrittiva. Il Monetary Policy Committee ha invitato a una certa cautela relativamente alle prossime mosse dell’istituto monetario, poiché il rischio di una recessione prolungata si trova dietro l’angolo. In sostanza, secondo i responsabili politici della BoE, i tassi non dovrebbero essere più aumentati di questa misura, perché un livello del 3% come è quello attuale implicherebbe una recessione più lieve e un costo della vita che si allineerebbe agli obiettivi del 2% nell’arco di due anni. Al contrario, se il costo del denaro dovesse arrivare al 5%, come è nelle aspettative degli investitori, l’economia andrebbe incontro a una correzione più seria, con l’inflazione che si azzererebbe nel 2025.

 

BoE: costretta ad alzare i tassi per colpa della Brexit

La situazione del Regno Unito però rimane molto complicata e il carovita si sta rivelando una brutta bestia difficile da domare. Su questo si è espresso l’ex Governatore della BoE Mark Carney, che ha attribuito alla Brexit una delle principali ragioni per cui ora la Banca Centrale si trova costretta ad aumentare i tassi d’interesse per frenare la crescita dei prezzi. In un’intervista di oggi alla BBC, Carney ha messo in luce come l’uscita dall’Unione Europea abbia portato la Gran Bretagna ad affrontare venti contrari, che si sono aggiunti all’aumento dei prezzi dell’energia e a un mercato del lavoro teso, rallentando in questo modo il ritmo di crescita del Paese.

Ciò sarebbe avvenuto anche per via dell’indebolimento della sterlina dopo il voto su Brexit, che ha determinato un maggior costo di input dall’estero e quindi ha fatto crescere l’inflazione importata. “Questo è ciò che abbiamo detto che sarebbe accaduto, ovvero che il tasso di cambio sarebbe sceso, sarebbe rimasto basso, che avrebbe aggiunto pressione inflazionistica”, ha aggiunto Carney facendo riferimento al periodo in cui ha guidato la BoE dal 2013 al 2020. In base a quanto ora riportato dal banchiere, all’epoca del voto di Brexit nel 2016, Carney disse che “la capacità dell’economia sarebbe diminuita per un periodo di tempo a causa della Brexit. il che avrebbe aumentato la pressione inflazionistica e ci sarebbe stata una situazione come quella di oggi, in cui la Banca d’Inghilterra deve aumentare i tassi di interesse nonostante il fatto che l’economia stia andando in recessione”.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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