Segnali distensivi del presidente Usa alla Cina, incontro Johnson-Juncker a Bruxelles lunedì
La Sterlina è ancora viva. Parlamento chiuso fino al 14 ottobre. Boris Johnson che ammette: “Cercheremo di trovare un accordo con l’Unione Europea“. Le verità, a tratti apocalittiche sulle previsioni del governo inglese contenute nel documento Yellowhammer in caso di No Deal pubblicate dal Sunday Times. Infine, l’annuncio del premier questo pomeriggio: lunedì incontrerà il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker e il caponegoziatore per la Brexit Michel Barnier, con l’obiettivo di cercare di trovare nuove soluzioni negoziali. Sono tutti segnali che i mercati hanno interpretato positivamente per la moneta inglese. Che infatti si è riportata ai massimi nei confronti del Dollaro dal 24 luglio scorso a 1,2475, mentre nel cambio con l’Euro il Pound si comporta ancora meglio, di nuovo sotto la soglia dello 0,89, ai minimi dal 21 giugno scorso a quota 0,8885.

Grafico Euro Sterlina by Trading View
“CAUTAMENTE OTTIMISTA”
“Stiamo lavorando incredibilmente duro -ha detto Boris Johnson parlando a Rotherham alla Convention of the North-. Abbiamo fatto parecchi passi in avanti. Lunedì vedrò il caponegoziatore della Ue per la Brexit Michel Barnier e discuteremo delle idee su cui stiamo lavorando e vedremo dove questo ci porta. Sono cautamente ottimista ma qualsiasi cosa succeda, noi usciremo il 31 ottobre”. Un’apertura parziale, quella del primo ministro inglese, verso un nuovo accordo con Bruxelles. Parziale perché nonostante i negoziati stiano evidentemente per riprendere, il premier britannico ha ribadito ancora una volta di escludere categoricamente ogni rinvio. Peccato sia proprio quanto previsto dall’ultima legge approvata dal Parlamento. Johnson però non vuole sentirci. E continua a far intendere di non voler obbedire a quanto decretato dalla Camera dei Comuni. Proprio per questo è intervenuto John Bercow, speaker dimissionario, dichiarando che il Parlamento impedirà ogni possibile tentativo di reazione da parte del governo, anche con la forza».
SASSOLI: NESSUN ACCORDO SENZA BACKSTOP
La sensazione diffusa è che per i commercianti del Regno Unito le probabilità di lasciare l’Unione Europea senza un accordo stiano diminuendo: in 8 giorni, la Sterlina è aumentata del 4% rispetto al Dollaro, quando il 3 settembre scorso aveva raggiunto il minimo negli ultimi tre anni. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Parlamento Ue David Sassoli: “Senza accordo la Gran Bretagna dovrà assumersi tutte le responsabilità, comprese quelle economiche. In ogni caso, non ci sarà alcun accordo senza backstop“. E a proposito del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord, un rapporto del quotidiano The Times pubblicato nei giorni scorsi sostiene che il Partito Democratico Unionista sarebbe disponibile ad acconsentire che Belfast si adatti ad alcune norme dell’Ue dopo la Brexit: “Notizie senza senso. Il Regno Unito deve lasciare l’Ue come una nazione. Il Dup “non sosterrà alcun accordo che crei una barriera al commercio Est-Ovest” così Arlene Foster, leader del partito, ha smentito attraverso Twitter.