La diciottesima edizione del BTP Italia è giunta al termine, con lo Stato che ha raccolto 11,99 miliardi di euro. Oggi è stato il giorno degli investitori istituzionali, che hanno effettuato prenotazioni per 4,71 miliardi di euro. Mentre, nei primi tre giorni della settimana l’offerta è stata riservata ai retail, le cui richieste sono arrivate a 7,29 miliardi. Rispetto all’ultima edizione di giugno, vi è un certo miglioramento. Non tanto per quanto concerne i piccoli risparmiatori, il cui collocamento si è mantenuto in linea con quello di cinque mesi fa di 7,26 miliardi di euro; quanto con riferimento agli istituzionali, che hanno fatto registrare un incremento della domanda di oltre il doppio dai 2,17 miliardi di giugno.
In totale, i risparmiatori che hanno sottoscritto il BTP Italia sono stati oltre 255 mila, mentre il taglio medio degli acquisti è diminuito rispetto alla scorsa edizione da 34 a 28 mila. I dati, comunque, si mantengono distanti dall’emissione del 2020, quanto lo Stato raccolse 22,3 miliardi di euro. A fare la differenza allora è stato il supporto dei cittadini italiani, spinti dalla solidarietà verso un Paese devastato dalla pandemia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha inoltre confermato il tasso reale definitivo all’1,6%, che corrisponde esattamente al minimo garantito annunciato venerdì della scorsa settimana.
BTP Italia: gli investitori si coprono dall’inflazione
I risultati di questo collocamento mettono in rilievo il fatto che gli investitori ritengono che l’inflazione possa perdurare. Il BTP Italia, infatti, protegge la cedola e il capitale dall’aumento dei prezzi al consumo in Italia, garantendo anche un premio fedeltà dello 0,8% per gli investitori al dettaglio che tengono le obbligazioni fino alla scadenza, stabilita in sei anni. L’IPC italiano è volato all’11,8% nel mese di ottobre, rispetto all’8,9% di settembre, riportando il livello più alto dal 1984. Il bond, quindi, potrebbe essere una garanzia se il carovita dovesse mantenersi a queste vette.
Tuttavia, occorre considerare che l’aumento dei tassi d’interesse della Banca Centrale Europea, unitamente alla distruzione della domanda derivante da una possibile recessione, potranno determinare un abbassamento dell’inflazione nei prossimi mesi. La convenienza o meno di detenere il BTP Italia sarà rapportata al comportamento degli altri titoli di Stato per la stessa scadenza. I rendimenti di questi ultimi potrebbero mantenersi alti se la BCE dovesse stringere ancora sulla politica monetaria, rendendo meno vantaggioso il bond legato all’inflazione.
Italia: e ora arriva Fitch
Per il Tesoro, la raccolta da questa edizione del BTP Italia, comunque, rappresenta una boccata di ossigeno, in una fase molto delicata dove le sfide per il Paese sono molte. Lo spread tra BTP a 10 anni e Bund tedeschi alla stessa scadenza è sceso oggi del 4,14% a 190 euro. Tuttavia, possibili oscillazioni violente sono dietro l’angolo, in rapporto alla questione energetica e alla legge di bilancio che il Governo Meloni dovrà presentare prima della fine dell’anno.
Domani ci sarà un importante appuntamento, dove l’agenzia di rating Fitch si pronuncerà sul rating sovrano dell’Italia. Si attendono conferme sulla tripla B ma saranno oggetto di attenzione soprattutto i commenti che l’agenzia americana rilascerà sulle prospettive future. La scorsa settimana era stato il turno di Moody’s, che ha previsto per il nostro Paese “una performance economica migliore del previsto, sempre vincolata comunque all’approvvigionamento energetico”. In ragione di questo, l’agenzia ha rivisto al rialzo la stima sul PIL italiano per il 2022 al 3,7% dal 2,7% precedente.