Venerdì scorso Societe Generale ha portato sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana una nuova obbligazione denominata in euro. Si tratta di un bond decennale pensato per gli investitori che vogliono proteggersi dal rischio inflazione nel lungo termine. La struttura dell’obbligazione prevede infatti il pagamento di una cedola fissa del 5% annuo lordo il primo anno e una cedola annua variabile legata all’inflazione tra il 2° e il 10° anno di vita. Quotato con codice ISIN XS2928162945, il bond vede la cedola annua variare a seconda del tasso di inflazione anno/anno ex tabacco rilevata dall’Eurostat per la zona Euro.
Obbligazione SG: le caratteristiche del tasso misto
Tra i punti caratterizzanti del nuovo strumento di SG messo a disposizione degli investitori italiani vi è la garanzia del tasso per la prima cedola, fissato al 5% lordo (3,70% netto) e, per gli anni successivi, la cedola indicizzata all’inflazione non potrà mai scendere sotto il 2,25% annuo lordo (il floor sulla cedola variabile). Soprattutto, le cedole variabili potranno beneficiare di un eventuale aumento del costo della vita all’interno dell’Eurozona sopra il 2,25%, senza alcun cap. Una fattispecie che a ben vedere non è da escludere data la durata decennale dell’obbligazione e alla luce dei dati sull’inflazione di venerdì tanto in Francia quanto in Italia, almeno per alcuni settori specifici come quello dei beni essenziali.
Molte soluzioni presenti sul mercato prevedono un tetto massimo al rendimento offerto da questo tipo di obbligazioni. Societe Generale ha invece optato per una soluzione che non pone vincoli nel replicare completamente l’innalzamento del costo della vita. Ipotizzando un ritorno dell’inflazione al 6%, la cedola annua dell’obbligazione sarebbe pari al 6% lordo. Il prezzo di emissione di ogni singolo bond è di 100 euro, valore che rende lo strumento particolarmente adatto anche ad un pubblico retail. Con questo taglio è infatti possibile modellare l’investimento in base alle proprie esigenze.
Inflazione, un rischio da considerare
L’investitore non deve infatti trascurare che se nel corso del primo anno la cedola lorda del 5% è assolutamente a premio rispetto ai valori dei titoli di Stato di pari durata, dall’altro deve tener conto che ipotizzando una discesa strutturale dell’inflazione sui valori attuali per tutta la durata dell’obbligazione l’investitore si troverebbe a ottenere un rendimento inferiore a quanto prezzato sul secondario dai titoli di Stato decennali.
Guardando nel medio termine va peraltro evidenziato come all’orizzonte vi siano diverse sfide politiche ed economiche che potrebbero riproporre il rischio inflattivo nei prossimi anni. Le tensioni geopolitiche anche nel recente passato ci hanno mostrato come possano influire sull’impennata dei prezzi delle materie prime. Gli aspetti strutturali e programmatici come quelli legati alla transizione energetica e al cambiamento climatico sono altri fattori da considerare così come l’evoluzione del programma politico di Donald Trump una volta insediato alla Casa Bianca. Incremento della spesa pubblica e dazi commerciali non sono due voci che contribuiscono a moderare l’inflazione.