Il dollaro USA ha iniziato la settimana con una correzione nei mercati valutari, dopo aver chiuso la scorsa ottava segnando il più lungo periodo di rialzi settimanali in oltre un anno. Il Dollar Index oggi perde circa 55 punti base a 106,91, in seguito alla notizia della scelta di Scott Bessent come segretario del Tesoro USA da parte del prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La nomina dovrà essere approvata dal Congresso, ma l’attuale gestore dell’hedge fund Key Square Group sarà una presenza importante nel governo considerate le sue posizioni più concilianti, soprattutto sul fronte dei dazi, che potrebbero mitigare quelle più estreme di Trump.
In un’intervista alla carta stampata, Bessent ha dichiarato di preferire un approccio graduale all’attuazione delle restrizioni commerciali, dicendosi aperto a una negoziazione con il Presidente circa l’entità delle tariffe. Il rischio di un ritorno dell’inflazione a causa di dazi aggressivi verrebbe meno e la Federal Reserve non sarebbe costretta a tenere alti a lungo i tassi di interesse o addirittura ad aumentarli. Finora, la forza del dollaro USA è stata in buona parte legata all’aspettativa di rendimenti più elevati innescati dai dazi. Il biglietto verde ha guadagnato terreno sulle principali valute, specialmente sull’euro. L’EUR/USD è scivolato in maniera decisa negli ultimi mesi, nella convinzione che le imprese europee verrebbero danneggiate dalle strette trumpiane e la Banca centrale europea si troverebbe obbligata a maxi tagli dei tassi per sostenerela crescita.
Dollaro USA: ritracciamento temporaneo?
La nomina di Bessent è in contrasto con le scelte fatte da Trump finora nei vari dipartimenti, ovvero rappresenta un fattori di moderazione della sua politica. Il punto ora è vedere se ciò potrà indebolire il dollaro nei prossimi mesi oppure se si tratti di una discesa temporanea. Secondo i dati forniti dalla Commodity Futures Trading Commission, i trader speculativi hanno aumentato le loro posizioni rialziste sul dollaro nella settimana terminata il 19 novembre, al livello più alto dalla fine di giugno. Nel frattempo, i trader obbligazionari hanno ridimensionato le aspettative di un allentamento della Fed nel 2025, valutando solo 68 punti base di tagli dei tassi entro la fine del prossimo anno.
Gli analisti non credono che questo quadro possa essere modificato dalla scelta di Bessent, per cui prevedono che il ritracciamento del dollaro non abbia vita lunga. “L’attuale reazione potrebbe portare a una correzione a breve termine del dollaro USA se i rendimenti statunitensi dovessero scendere”, ha detto Felix Ryan, analista di ANZ Banking Group a Sydney. “Ma alla fine vediamo ancora le dinamiche fondamentali – la solida crescita degli Stati Uniti, in contrasto con l’indebolimento dell’Ue e la crescita globale, come evidenziato nei dati PMI di novembre pubblicati venerdì – che sostengono la tesi di una valuta americana ben supportata”.
Ray Attrill, responsabile della ricerca FX presso NAB, è tutt’altro che persuaso del fatto che ci sia un legame stretto tra l’ultimo indebolimento del dollaro e la nomina di Bessent. Dopotutto, il futuro segretario del Tesoro si è schierato apertamente per una moneta nazionale forte, affermando che il dollaro continuerà a mantenere il suo ruolo di principale riserva mondiale. Nel contempo ha sostenuto i dazi di Trump dopo la sua elezione. “Bessent ha pubblicamente lodato la forza del dollaro dopo la notizia della vittoria elettorale di Trump, quindi ammetto di essere un po’ perplesso dall’idea che l’indebolimento del dollaro sia dovuto alla sua nomina. È un falco fiscale dichiarato”, ha detto Attrill.