Dietrofront. Gli Stati Uniti cambiano idea. Parzialmente. Dopo aver messo Huawei nella blacklist, il dipartimento del Commercio americano ha deciso di consentire al colosso tlc cinese di acquistare alcuni prodotti made in Usa, per garantire il funzionamento dei network già esistenti e gli aggiornamenti ai software necessari a chi possiede uno smartphone Huawei. Una retromarcia a tempo determinato però. La “moratoria” infatti durerà 90 giorni, al termine dei quali il dipartimento deciderà se accordare o meno una ulteriore proroga. Segnali di distensione dunque, tra Washington e Pechino, almeno così sembra. Anche perché a quanto pare, Google avrebbe deciso di interrompere il piano che mirava a vietare alla compagnia asiatica l’accesso al proprio sistema operativo, Android, annuncio che ieri aveva fatto letteralmente affondare i titoli tecnologici.
Ftse Mib 20.651 punti (+0,54%)
Milano segna un progresso dello 0,5% dopo le prime battute e si mantiene stabile nel corso della mattinata, con Telecom e Stm che rimbalzano: la prima beneficia di conti trimestrali superiori alle attese, la seconda cerca di riprendersi dopo il tonfo di ieri a seguito dell’annuncio di Google (vendite per quasi 10 punti percentuali).
Cac40 5.372 punti (+0,26%)
Guadagni minimi anche per la piazza di Parigi, per la quale prevale, al momento, il recente impulso ribassista del 17 marzo scorso.
Ibex 9.214 punti (+0,16%)
L’indice della bilancia commerciale, che misura la differenza di valore tra beni esportati e quelli importati, si attesta a maggio a -2,35 milardi di euro, superiore al dato di aprile (-2,63 mld). Questo significa che in Spagna l’Import continua a essere superiore rispetto all’Export, e che la domanda interna batte quella estera. I mercati hanno accolto questo dato in maniera prudente, e infatti Madrid è la meno mossa del vecchio continente, dopo esser risultata la migliore nella giornata di ieri.
VALUTE
Come detto, l’euro apre in calo sotto quota 1,12 dollari e tocca i minimi dal 2 maggio scorso. Un ritorno per il biglietto verde dettato probabilmente dalle parole del governatore della Fed, Jerome Powell, secondo cui è ancora presto per giudicare gli effetti dei negoziati commerciali a causa del quadro globale piuttosto incerto. Parlando dell’inflazione, secondo la Federal Reserve è cambiato il modo in cui si muove, ecco perché le autorità stanno valutando la possibilità di utilizzare un nuovo range di riferimento.
Stabile la Sterlina, che aspetta il discorso della Bank Of England, e il Franco Svizzero.
Euro/Dollaro 1.1147 (-0,16%) Euro/Sterlina 0.8782 (+0,08%) Euro/Franco Svizzero 1.1260 (-0,01%).
COMMODITY
Prosegue il rialzo del prezzo del petrolio, Wti a 63,25 dollari al barile (+0,25%), e anche il Brent si mantiene ben sopra i 70 dollari al barile. Continua in questo senso l’effetto Opec+ e la sua politica dei tagli. Secondo alcuni analisti, l’organo dei paesi esportatori del greggio dovrebbe riunirsi il mese prossimo per prendere una decisione ufficiale e non è detto che i tweet di Donald Trump, con cui spesso il presidente Usa chiede di abbassare i prezzi, vengano necessariamente seguiti.
L’andamento dell’oro è piatto, 1.275 dollari l’oncia (-0,17%). Si tratterebbe della sesta seduta sostanzialmente negativa dopo aver raggiunto il massimo degli ultimi 30 giorni il 14 maggio scorso, a 1.303 dollari l’oncia.
Rimane debole anche il rame: 2,719 $.
RENDIMENTI
Lieve impulso rialzista per il bund tedesco, il cui rendimento cresce ancora pur rimanendo negativo, a -0,070%. In aumento anche il Btp italiano che si riporta sopra il 2,70% sulla scia dell’incertezza che aleggia all’interno del governo, a 5 giorni dalle elezioni europee.