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Unicredit muove su Generali, quali ricadute sulla finanza italiana?

Unicredit muove su Generali, quali ricadute sulla finanza italiana?

Unicredit sferra un altro colpo e sale al 4,1% del capitale di Generali. Lo ha confermato il gruppo bancario in un comunicato in cui sottolinea di aver costruito nel tempo la partecipazione sul mercato. Non è escluso che l’istituto guidato da Andrea Orcel possa incrementare la quota attraverso l’utilizzo di derivati, come ha fatto in occasione dell’acquisto delle azioni Commerzbank. Sulla base di quanto si legge nel comunicato, Unicredit non ha altri scopi dall’operazione sul gigante assicurativo italiano se non quello di fare un “puro investimento finanziario” e quindi senza “un interesse strategico”.

Al riguardo, la banca precisa che in questo momento è “pienamente concentrata” sull’esecuzione del piano Unicredit Unlocked, sull’offerta di scambio in corso su Banco BPM e sull’investimento in Commerzbank”. Inoltre, l’azienda di credito di Piazza Gae Aulenti ha riferito che l’investimento “supera in modo significativo le sue metriche di rendimento e ha un impatto trascurabile sul Cet1”. In buona sostanza, ciò si allinea con la strategia di Orcel di un ritorno al di sopra del 15% dell’impiego di capitale, senza assorbirne.

 

A cosa punta realmente Orcel?

Che quello di Generali sia solo un semplice investimento finanziario sono in pochi a crederlo tra gli osservatori. In realtà, in gioco potrebbe esserci una partita più grande: quella su Banco BPM, che Orcel vuole fare propria entro quest’anno. Unicredit ha lanciato un’offerta pubblica di scambio che è stata respinta dal Consiglio di amministrazione di Piazza Meda. Per questo si profila un’operazione ostile con il tentativo di convincere i soci di maggioranza – Crédit Agricole nella fattispecie – a cedere la loro quota.

Nel difficile negoziato con l’istituto transalpino, ci sono in gioco alcune situazioni critiche. Tra queste Vera Assicurazioni e Amundi. Per quanto riguarda il gruppo assicurativo, la joint venture è partecipata al 65% da Crédit Agricole e al 35% da Banco BPM. In questo caso, Montrouge vorrebbe ridefinire i termini della partecipazione se Banco BPM dovesse finire tra le braccia di Orcel. Quanto alla gestione patrimoniale, è in corso una partnership tra Unicredit e Crédit Agricole per la distribuzione dei fondi di quest’ultima attraverso la rete della banca italiana fino al 2027. L’azienda di credito francese ha posto come una delle condizioni per la cessione del pacchetto di azioni del Banco BPM l’estensione dell’accordo per Amundi per altri dieci anni. L’operazione Generali potrebbe presentare opportunità alternative e dare una carta negoziale in più a Unicredit nella trattativa con il rivale guidato da Philippe Brassac.

 

Rinnovo del Cda di Generali: da che parte starà Unicredit?

La mossa di Unicredit su Generali avrà inevitabilmente ripercussioni sul rinnovo del Consiglio di amministrazione del Leone di Trieste a maggio. Gli schieramenti sembrano definitivi: da una parte c’è Mediobanca – azionista di maggioranza con il 12,78% – che vorrebbe ricandidare Philippe Donnet e Andrea Sironi al vertice della compagnia rispettivamente come amministratore delegato e presidente; dall’altra parte ci sono l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio – azionisti con una quota rispettivamente del 6,46% e del 9,82% – che presumibilmente presenteranno una loro lista. A quel punto Unicredit si troverebbe a fare l’ago della bilancia.

Gli scenari potrebbero essere due. Il primo è che la seconda banca italiana faccia da sponda all’asse Caltagirone-Delfin. Un’eventualità, questa, che potrebbe avere la benedizione del governo italiano, in quanto si ricollega alla partita che si gioca su un altro tavolo relativa alla costruzione del terzo polo Banca MPS-Mediobanca. La banca senese, nel cui capitale hanno una partecipazione importante sia  Caltagirone che Delfin, ha annunciato un’OPS su Mediobanca il mese scorso. L’altro scenario è che Unicredit si allei con Mediobanca nell’ottica di sostenere il nuovo piano di Piazzetta Cuccia. Probabilmente, le prossime settimane ci diranno di più su cosa davvero bolle in pentola.

AUTORE

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Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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