La Russia paga in rubli le cedole su 2 obbligazioni da 649,2 milioni di dollari scadenti nel 2022 e nel 2042, alimentando le speculazioni su un potenziale default del debito russo. Stando alle dichiarazioni del Ministero delle Finanze russo, la motivazione è stata dettata dal fatto che le banche estere hanno rifiutato l’elaborazione dei pagamenti, costringendo il Paese a inviare rubli al National Settlement Depository. La nota del Ministero precisa che si ritiene di aver adempiuto in pieno ai propri obblighi. Il punto è che nessuno dei 2 bond prevede la possibilità di effettuare il pagamento in una valuta diversa dal dollaro.
Debito russo: si può parlare di default?
Quindi ora che succede? Tecnicamente il mancato pagamento in dollari significa che ci sarebbero le condizioni affinché il Paese sia considerato in default, o quantomeno a rischio di insolvenza dal momento che vi è un periodo di grazia di 30 giorni. La faccenda tuttavia ora si complica perché, come sostiene Abdul Kadir Hussain, capo della gestione patrimoniale a reddito fisso di Arqaam Capital, la Russia potrebbe dire di essere disposta a pagare, solo che le banche occidentali non le consentono di farlo. In tal caso, la situazione sarebbe parecchio ingarbugliata in sede giudiziaria.
L’Occidente ha imposto severe sanzioni da quando è scoppiata la guerra Russia-Ucraina e questa settimana gli Stati Uniti hanno deciso di bloccare i pagamenti del debito in dollari provenienti dalla Russia presso le banche statunitensi. Per le società di rating S&P Global e Fitch pagare in rubli equivale a una dichiarazione di fallimento. Fonti interne alle agenzie fanno presente che per parlare di default occorra guardare, oltre che alla scadenza, anche all’effettiva capacità dell’emittente di raggiungere i creditori. Una cosa questa che diventa problematica con le sanzioni in corso.
Debito russo: gli investitori prezzano il default
Intanto gli investitori già stanno prezzando un default che considerano sempre più probabile. Infatti, hanno aumentato gli acquisti in Credit Default Swap sul debito russo. Assicurare oggi 10 milioni di dollari di titoli di Stato russi significa sborsare 7 milioni di dollari in anticipo e 100 mila dollari all’anno. In pratica si sta scontando una probabilità di insolvenza dell’87%.
Se ci fosse default questo sarebbe il secondo della storia della Russia per quanto riguarda gli investitori esteri. Nel 1998 invece ci fu il fallimento relativamente al debito russo in rubli. Per scongiurare l’ipotesi estrema, il Ministero delle Finanze ha dichiarato che, se la Russia avrà accesso ai suoi conti in valuta estera che sono stati congelati, ci potranno essere i presupposti per la conversione dei rubli in valuta estera da parte dei detentori dei 2 bond. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha aggiunto che non ci sono le condizioni per un default reale del debito russo e che Mosca ha intenzione di continuare a pagare le scadenze in rubli se vengono sbloccate le riserve in divisa straniera.