Il manager Yasir Al-Rumayyan è il volto simbolo della proprietà saudita del Newcastle e dell’ascesa dei capitali arabi nel calcio europeo. L’imprenditore più potente del Golfo è il governatore del Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano dell’Arabia Saudita presieduto dal principe Mohammad bin Salman, figlio del re Salman ed erede al trono. Quali sono le attività di Al-Rumayyan, qual è la sua strategia socio-finanziaria e quanto ha investito nei Magpies?
Chi è Yasir Al-Rumayyan, il chair del fondo sovrano PIF
Classe 1970, nato e cresciuto a Buraidah, Yasir Al-Rumayyan si laurea in Amministrazione all’Università re Fayṣal di Alahsa e al programma di General Management dell’Harvard Business School. Appassionato di golf, comincia la carriera alla Alawwal Bank: dal 1999 al 2004 è responsabile dell’intermediazione internazionale. Il passo successivo è l’ingresso nella Capital Markets Authority (CMA) come responsabile della quotazione dei titoli.
Dal 2011 al 2015 Al-Rumayyan è CEO di Saudi Fransi Capital (SFC), il ramo di investment banking della Banque Saudi Fransi. In quello stesso periodo, è nel board della Borsa saudita (Tadāwul) e partecipa all’acquisto delle partecipazioni azionarie di multinazionali e società dell’intrattenimento americane utili alla diversificazione degli asset, entrando a far parte dei consigli di Uber, SoftBank Group, Reliance Industries Limited e ARM Holdings.
Nel settembre del 2015, Al-Rumayyan è nominato managing director del Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano motore finanziario per la realizzazione della strategia di sviluppo Saudi Vision 2030. Nell’agosto del 2016 è la volta dell’incarico di chairman di Saudi Aramco, la più grande compagnia petrolifera del mondo. Sopravvissuto alle purghe di Riyad del 2017, il manager saudita diventa consigliere del Segretariato generale del Consiglio dei Ministri.
Tra le cariche ricoperte da Al-Rumayyan spiccano quelle di presidente della compagnia mineraria Ma’aden e del consiglio di amministrazione di Riyadh Air, la seconda compagnia aerea nazionale saudita. Determinato a far diventare l’Arabia un protagonista assoluto nel mondo multipolare, ha un ruolo chiave nel Saudi Industrial Development Fund (SIDF), il fondo per lo sviluppo industriale saudita che fornisce prestiti a medio e lungo termine al settore privato.
A quanto ammonta il suo patrimonio
I dettagli sul patrimonio netto di Al-Rumayyan non sono chiari e le informazioni riguardanti la ricchezza personale dell’uomo d’affari saudita scarseggiano. Stando ai rumors di Wallmine, il suo patrimonio potrebbe aggirarsi sui 20 milioni di dollari. Secondo Forbes Middle East, il manager guadagna 300.000 dollari all’anno esclusivamente per il suo ruolo di controllo del veicolo pubblico del Paese arabo.
D’altronde l’Arabia Saudita si è piazzata in vetta alla classifica degli investimenti dei fondi sovrani nel 2023. Il Public Investment Fund ha superato il Government of Singapore Investment Corporation (GIC) con una quota di 31,5 miliardi di dollari spalmati in 49 operazioni, pari ad un quarto dei 124 miliardi totali spesi dai fondi sovrani. Il suo valore è stimato intorno ai 600 miliardi di dollari e ambisce a diventare il fondo sovrano numero uno al mondo.
Da quanto tempo gravita nel calcio
Yasir Al-Rumayyan è ufficialmente il chairman del Newcastle dal 7 ottobre 2021: è in questa data che il club bianconero annuncia il passaggio del 100% delle quote da St. James Holdings Limited al consorzio formato da PIF, RB Sports & Media e PCP Capital Partners. “Si tratta di un investimento a lungo termine: siamo entusiasti delle prospettive future per il Newcastle e intendiamo instillare una filosofia congiunta in tutto il club, stabilire uno scopo chiaro e contribuire a fornire una leadership che consentirà alla squadra di raggiungere grandi risultati”, sono le prime parole di Amanda Staveley, la CEO di PCP.
In passato, in realtà, il gruppo di lavoro si è mostrato interessato all’Inter. Staveley ha ammesso di aver parlato con i vertici nerazzurri per intavolare una trattativa, ma a bloccarli sono stati lo scarso appeal del calcio italiano e la struttura troppo macchinosa della Serie A. In tempi recenti, invece, il consorzio starebbe valutando un ingresso nell’azionariato della Roma e avrebbe formulato un’offerta per il Milan. Dopo un pensiero per il Bordeaux nella Ligue 1 francese, il fondo saudita ha puntato definitivamente e con successo sulla Toon Army.
The moment Yasir Al-Rumayyan is introduced to Newcastle United fans | #NUFC pic.twitter.com/fCsYUiZP7E
— The Chronicle (@ChronicleNUFC) October 17, 2021
Quanto ha investito nel Newcastle
Al-Rumayyan sbarca nel nord dell’Inghilterra per chiudere l’era di Mike Ashley, proprietario della società dal 2007. La cifra per l’acquisizione del club è di 300 milioni di sterline. Il governatore del fondo saudita è a capo di un consorzio che vede Public Investment Fund all’80% delle quote, RB Sports & Media al 14% e PCP Capital Partners al restante 6%. Le indiscrezioni di stampa vogliono che sia il premier Boris Johnson in persona a dare mandato al suo ministro degli Investimenti, Gerry Grimstone, di fare pressioni sulla Premier per aprire all’ingresso dei capitali del Golfo.
L’approdo di PIF nel Newcastle è subito un caso diplomatico, osteggiato da Amnesty International e da altre organizzazioni per i diritti umani come un’operazione di sportswashing per ripulire la propria immagine col calcio inglese. Il processo d’acquisizione è lungo: i club di Premier votano contro perché ritengono che lo Stato abbia il pieno controllo del PIF e che il Paese saudita sia uno dei principali sostenitori della pirateria online delle trasmissioni televisive del campionato, ma devono cedere di fronte alle rassicurazioni del Regno, agli investimenti e alle idee che vengono portati nel Tyne and Wear. Il modello di gestione, infatti, è molto diverso da quello di Nasser Al-Khelaïfi al PSG.
La gestione Al-Rumayyan investe parecchi milioni sul calciomercato per nuovi giocatori, ma gli acquisti sono mirati, i nomi ragionati e non altisonanti: il club non sperpera i suoi soldi. Per permettere allo staff tecnico di praticare un calcio verticale e aggressivo, offensivo e spregiudicato, la proprietà paga 70 milioni di euro alla Real Sociedad per l’attaccante svedese Alexander Isak, 64 milioni al Milan per il regista Sandro Tonali, 45,6 milioni all’Everton e 44 milioni al Leicester per gli esterni inglesi Anthony Gordon e Harvey Barnes e 42 milioni all’Olympique Lione per il centrocampista brasiliano Bruno Guimarães.
Oltre ad incrementare il valore della rosa, PIF e PCP portano nuovi sponsor a St James’ Park e incrementano il valore d’impresa del club. Nel report elaborato da Forbes dedicato alle società di calcio che valgono di più al mondo nel 2023, il Newcastle si piazza al 22esimo posto con un valore di 794 milioni di dollari, precedendo tre squadre inglesi: il Leicester, l’Aston Villa e l’Everton. Diversamente da Forbes, uno studio di Sportico assegna ai Magpies un valore di mercato di 440 milioni. Una cifra comunque superiore ai 300 milioni di appena cinque anni prima.
I risultati sportivi nel corso della sua presidenza
Dal 2021 ad oggi, il Newcastle targato PIF mette insieme risultati sportivi più che positivi per un club che nella sua storia ha vinto quattro titoli, l’ultimo nel lontanissimo 1927. Dopo aver rimosso dall’incarico Steve Bruce (a seguito di un avvio di campionato disastroso) e scartato l’idea di un allenatore blasonato, Al-Rumayyan e Staveley scelgono Eddie Howe, il tecnico inglese che è stato undici anni alla guida del Bournemouth, dove si è consacrato raccogliendo tre promozioni e cinque stagioni consecutive in Premier.
All’inizio della stagione 2021-2022, la squadra è in difficoltà: incappa in numerose sconfitte e non pare capace di reggere le aspettative dell’ambiente. L’approdo di Howe in panchina permette ai Magpies di risalire velocemente la china, lasciare la zona retrocessione e chiudere all’undicesimo posto, a salvezza conquistata con quattro giornate d’anticipo. La vera impresa è quella della stagione 2022-2023, la sesta consecutiva in Premier dopo la promozione del 2017: il Newcastle arriva in finale di League Cup (sconfitto 2-0 dal Manchester United) ma soprattutto strappa il quarto posto in classifica e una storica qualificazione in Champions League.
Il Newcastle non finiva tra le prime quattro della Premier dal terzo posto del 2002-2003: era l’epoca di Alan Shearer, il miglior bomber d’Inghilterra. Insieme ai vertici della Premier, la proprietà araba raggiunge pure un curioso record nel diritto del lavoro: è il primo club a introdurre il salario minimo garantito per il suo personale. Tutti i dipendenti del Newcastle, infatti, sono pagati almeno 9,90 sterline all’ora. Una paga superiore al salario minimo nazionale.