Banche centrali: SNB si accoda e rialza i tassi dello 0,5% - Borsa&Finanza

Banche centrali: SNB si accoda e rialza i tassi dello 0,5%

SNB rialza i tassi di interesse

La corsa al rialzo dei tassi di interesse da parte della banche centrali ha un nuovo partecipante. La Swiss National Bank ha alzato oggi i tassi di interesse di 50 punti base, portandoli da -0,75% a -0,25% nella riunione di politica monetaria svoltasi questa mattina. Una mossa che ha sorpreso il mercato. Le attese erano infatti per un ritocco al rialzo dello 0,25%. L’ultima mossa restrittiva della SNB sui tassi di interesse risale al settembre 2007, quasi quindici anni fa.

Ma non è per questo motivo che gli analisti si sono fatti sorprendere. Che le banche centrali stiamo tutte uscendo in fretta dalla politica dei tassi di interesse a zero, è ormai acclarato. Solo ieri la FED ha alzato i tassi di ben 75 punti base in un solo colpo. Piuttosto sono i dati sull’inflazione svizzera che possono aver tratto in inganno chi si occupa di elaborare le stime. Il livello dei prezzi al consumo nella Confederazione elvetica è molto più basso che negli Stati Uniti e in Eurozona, pur essendo sui massimi degli ultimi quattordici anni. Mentre negli USA i prezzi al consumo si sono attestati a maggio a +8,6% e in Eurozona nello stesso mese hanno segnato +8,1%, l’ultimo dato disponibile per la Svizzera si è fermato a un più contenuto +2,9%. Le previsioni per il 2022, diffuse dalla stessa SNB, sono state riviste al rialzo al 2,8% (contro il 2,1% delle stime di marzo), all’1,9% per il 2023 e al 2,1% per il 2024.

 

Banche centrali, la SNB non replica l’errore

Dunque, più che l’inflazione attuale o prevista, è stato il timore di fare la fine di FED e Banca centrale europea, costrette a inseguire i prezzi al consumo, a consigliare all’istituto centrale elvetico di non tergiversare troppo nel muovere la leva dei tassi di interesse.

“Siamo arrivati alla conclusone – ha affermato il presidente della SNB Thomas Jordan in un’intervista rilasciata alla Cnbc – che è meglio aumentare subito i tassi di interesse di 50 punti base piuttosto che 25 per dare un segnale forte che stiamo combattendo l’inflazione per mantenerla, nel medio termine, in un range di stabilità”.

“Al momento – ha proseguito – abbiamo registrato un incremento dell’inflazione in Svizzera e abbiamo osservato dei rischi di effetti di secondo round”.

 

Franco svizzero si apprezza dopo la decisione della Banca centrale

Fino ad ora è stato il franco svizzero, valuta rifugio, a mettere al riparo la Svizzera dal rincaro dei prezzi sulle importazioni, in particolare di carburanti e alimentari. Tuttavia, con un differenziale di tassi di politica monetaria in espansione rispetto alle altre grandi banche centrali, il rischio di importare inflazione dall’esterno è aumentato. Nel corso degli ultimi tre mesi la valuta svizzera si è deprezzata di circa il 4% contro l’euro e di oltre l’8% contro il dollaro USA. Un movimento che ha aperto lo spazio per l’intervento della SNB, come ha confermato Jordan, secondo il quale grazie al deprezzamento degli ultimi mesi il franco non è più sopravvalutato.

In seguito alla decisione della Swiss National Bank, la moneta svizzera si è apprezzata di quasi due punti percentuali contro l’euro e di circa l’1,5% contro il dollaro USA. Il movimento potrebbe proseguire visto che il presidente della SNB ha confermato che

nel futuro prevedibile non possiamo escludere che siano necessari ulteriori incrementi nei tassi di interesse al fine di stabilizzare l’inflazione”. Tuttavia “un eccessivo apprezzamento della valuta porterebbe a interventi sul mercato valutario per stabilizzarne le quotazioni” ha concluso Jordan.

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